mercoledì 3 aprile 2019

NICARAGUA. LA SPERANZA DI PACE E LIBERTA' NON MUORE: MAI.

"Libertà", quale parola più semplice e bella  di questa esiste nella storia di un popolo. Libertà, parola magica che spesso nasconde un percorso di lotte e sofferenze personali e collettive. Sofferenze, privazioni, e a volte per ottenerla molti sono stati chiamati anche al supremo sacrificio della vita. Libertà: detta cosi potrebbe sembrare una poesia, la cui privazione per noi italiani è semplicemente non immaginabile, ma per altri popoli, altre persone la privazione della libertà, delle libertà singole e collettive sono ancora oggi all'ordine del giorno, e sono faticose da digerire e sopportare quando insieme alla privazione della libertà si accompagna la fine di un sogno, del sogno di una rivoluzione che voleva e doveva essa stessa liberare dalla dittatura e dall'oppressione e invece il liberatore si è trasformato lui stesso in oppressore, il salvatore è diventata la belva. Non sto parlando di situazioni astratte, sto parlando di un popolo che vive ogni giorno sulla sua pelle questa sofferenza accompagnata dalla delusione di aver creduto e lottato per una libertà ora azzerata dalla tortura e dalle privazioni dei diritti civili. Parlo del popolo del Nicaragua, paese centro americano che ha deciso ancora una volta come nell'oramai lontano 1977 di alzare la testa e di dire basta a questa orribile situazione. "18 Abril 2018", in questa data un popolo, la sua gente, tutta la sua gente ha iniziato ancora a rialzare la testa, ha iniziato a sperare in una nuova primavera di pace e libertà, una rivoluzione pacifica a cui il potere ha risposto a fucilate, facendo centinaia di morti ammazzati, inasprendo la repressione, incarcerando centinaia di persone, molte delle quali torturate nelle prigioni, e costringendo migliaia di uomini e donne di quel popolo ad abbandonare le proprie case e la propria terra per chiedere altrove l'acqua della pace, per dissetarsi di libertà. Ma quella repressione non ha vinto, l'orrore e la morte non prevarranno su un Pueblo Unido contro il dittatore, un popolo unito per chiedere di essere artefice del proprio destino.Per questo anche a Milano questo popolo scenderà in piazza il prossimo 14 aprile in piazza castello dalle ore 16 alle 18 per gridare la propria voglia di libertà e la propria richiesta di pace e giustizia. E noi saremo al loro fianco a testimoniare un'amicizia che nasce dall'amore per la propria terra e dal diritto di vivere in pace la propria vita essendo artefici del proprio destino. Contro ogni violenza e dittatura. 
Lorenzo Croce



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