domenica 25 agosto 2013

SE L'ITALIA FOSSE UN PAESE CIVILE. BERLUSCONI SAREBBE A CASA.

ANTICIPO UN MIO ARTICOLO SULLA VICENDA DI SILVIO BERLUSCONI CHE USCIRA' SUL NUMERO DI SETTEMBRE DI UNA RIVISTA E CHE RIPORTERO' APPENA PUBBLICATO. SONO POSIZIONI POLITICHE PERSONALI, MA CHE CREDO POSSANO ESSERE SPUNTO DI RIFLESSIONE. 

Se fossimo in un paese civile, anzi che dico civile, semplicemente democratico, dopo la condanna definitiva l'ex premier Silvio Berlusconi si sarebbe ritirato il giorno dopo dalla vita politica dimettendosi da tutti gli incarichi pubblici ricoperti. Ma siamo in Italia, e qui la legge è diversa per ciascuno di noi. O meglio solo per alcuni di noi. Un ex premier che si prende quattro anni di galera dopo tre gradi di giudizio per aver frodato il fisco e di conseguenza avendo frodato due volte gli italiani che egli stesso governava mentre li fregava. se ne andrebbe a casa persino in una delle tante repubbliche delle banane del Centro Africa, anzi sono ancora buono, in quei paesi la fine riservata sarebbe molto più grave e cruenta. In Italia NO. Da noi nascono i problemi di “agibilità politica” del leader condannato. Nascono i comizi su palchi abusivi dove il condannato dice di sentirsi perseguitato ed essere innocente, cosa capibile, del resto, dal punto di vista di Berlusconi che ha sempre sostenuto che frodare il fisco per necessità non era un peccato grave. In questo, almeno in questo Silvio Berlusconi è stato coerente e lo è fino in fondo. Poi viene la questione delle procure che a detta del dottor Berlusconi lo starebbero perseguitando da anni. Vero? Sicuramente un certo accanimento si è visto in questi anni, ma le condanne definitive sono altra cosa, hanno passato tre gradi di giudizio e le sentenze vanno rispettate. In realtà gli interessi in gioco attorno all'ex premier ed ex del partito fondato sul predellino di un automobile sono ben oltre quelli politici. Ci sono interessi di natura economica, in quanto sono in molti a pensare (e non dire) che la condanna a Berlusconi apre un baratro tra gli imprenditori spaventati di essere i prossimi della lista a finire dapprima tra le fauci della giustizia e poi dritti in gattabuia (compresi gli imprenditori che la pensano politicamente in maniera opposta rispetto al leader Pdl). Vi sono poi da non trascurare gli aspetti della paura personale. Berlusconi che da sempre si dichiara perseguitato e perseguitando dalle procure di mezza Italia ha paura. Non tanto per l'anno di servizi sociali o di domiciliari, ma di quello che potrebbe accadere nel momento in cui perdesse lo scudo parlamentare. A parte i procedimenti ancora in corso, dal giorno dopo la sua uscita di scena, sarebbe arrestabile per qualunque possibile reato abbia commesso o si possa pensare che abbia commesso o sia intenzionato a commettere. Insomma diventerebbe un cittadino normale che dalla villa di Arcore rischierebbe di passare ad una cella del carcere di San Vittore (ipotesi remota vista l'età). E la paura di finire tra le sbarre è umana e Berlusconi vive appieno il sentimento della paura. Ci sono poi coloro che leggono nella caduta di Berlusconi lo sganciamento che nei suoi confronti avrebbe messo in atto la massoneria, che lo avrebbe dapprima isolato e poi liquidato, o almeno che ci starebbe provando. Lascio per ultimo le vicende di governo. Perchè se fossimo in un paese civile, i partiti, tutti gli altri partiti in parlamento a partire dal Pd fino ad arrivare alla Meloni passando da Grillo isolerebbero un partito che difende un leader condannato e formerebbe un governo di salute pubblica per affrontare e risolvere i nodi del paese che sono ancora molti, anzi troppi. Ma siamo in Italia e chiedere questo vuole dire sentirsi extraterrestri. Ed in autunno quanto calerà la scure delle tasse e la mannaia degli aumenti allora, forse, ci renderemo conto che con questa gente è ora di farla finita una volta per tutte e che sia ora che anche da noi si applichi il principio secondo cui chi sbaglia paga. Punto.
Lorenzo Croce

5 commenti:

Anonimo ha detto...

in un paese civile b. sarebbe in galera

Anonimo ha detto...

sarebbe in galera.

lorenzo ha detto...

si ma non siamo un paese civile....

salvina ha detto...

Se l'Talia fosse un Paese civile Berlusconi sarebbe stato stroncato sul nascere (in senso politico).
P.S. Il Sultano non vuole andare in galera perchè ci tiene a fare il Senatore, ma vuole fare il Senatore proprio per non andare in galera.

Anonimo ha detto...

Io sono pienamente d'accordo con il contenuto dell'articolo come moltissimi altri, purtroppo l'Italia degli onesti non sembra più contare
Marvi