domenica 30 settembre 2018

TIPI STRANI DA SUPERMERCATO: IL PUNGITORE DI POLLI ARROSTO.


Non c’è da stupirsi piu di tanto se sui giornali leggiamo che vengono arrestati dei rapinatori seriali di kinder bueno (e non è uno scherzo), infatti basta passare qualche mezzora in un supermercato con gli occhi alzati da prezzi e prodotti per vedere che ci sono personaggi che meritano la nostra attenzione ed in alcuni casi la nostra compassione ed in altri suscitano invece ilarità. Non stiamo parlando di chi per fame ruba un frutto o una scatola di biscotti o pasta, ma di personaggi che starebbero meglio in un ospedale psichiatrico. Basta un po di attenzione per rendersi conto di situazioni assurde. Oggi vi parliamo di una coppia, non sappiamo bene se marito e moglie o semplicemente conviventi o amici, loro operano in particolare nei supermercati della zona di Quarto Oggiaro a Milano, i due si sono dati un compito specifico che è quello per lui di controllare la cottura dei polli arrosto e per lei invece il compito è liberare dall’olio di palma i supermercati, cosi almeno sostengono ogni qualvolta vengono presi in flagraza. Ma vediamo i fatti, lui un signore di mezza età all’apparenza anche abbastanza colto, si aggira con una forchetta, anzi un mini forchettone, (nascosto nella giacca o sotto la camicia) presso il reparto gastronomia dei vari supermercati e vede bene ogni volta di provvedere a punzecchiare con il forchettone i polli arrosto. Pizzicato dal personale e dalle guardie si difende dicendo che i polli non sono arrostiti ma cotti a vapore e solo dopo si provvede alla doratura della pelle. Ovviamente siamo di fronte a un delirio, chi scrive non mangia i polli, e nemmeno il resto della carne, ma vedere uno che in maniera semiclandestina si aggira tra i polli arrosto per poi prenderli a forchettate fa venire assolutamente da ridere, se non altro per il gesto in se. Ma non è tutto infatti anche la sua compagna non è da meno, questa si è data l’incarico di asportare l’olio di palma ed i prodotti che lo contengono, ma cosi come il rapinatore seriale delle merendine, si guarda bene, la signora, dal portare via le confezioni di olio, no, la signora se la prende con le confezioni maxi di nutella. Una volta fermata con una borsa piena di confezioni di nutella trafugate si è appunto difesa dicendo che stava asportando l’olio di palma e che la direzione del supermercato doveva ringraziarla per la sua opera che lei considerava meritoria. Che dire? In alcuni casi non vorremmo essere nei responsabili del settore sorveglianza dei supermercati in quanto spesso si trovano indecisi se chiamare i carabinieri o sperare in un tso che tenga lontano almeno per un po i personaggi come i due che abbiamo citato. Ma questa non è che la prima puntata, nei prossimi giorni vi parleremo di quelle signore che sfogano le loro frustrazioni facendo discorsi al pane e in un caso anche ai melograni. Che dio ce la mandi buona.
Lorenzo croce



giovedì 13 settembre 2018

VERGOGNA MILANESE. DAVANTI A STARBUCKS NON PASSANO LE CARROZZINE DEI DISABILI.

Nei giorni scorsi si è aperto il nuovo esercizio commerciale di Starbucks in piazza Cordusio nel palazzo delle vecchie poste, una vicenda questa di cui si è ampiamente parlato, noi vogliamo sottolineare invece una grave carenza che non sappiamo se voluta dal comune di Milano o messa in atto dai gestori dell'esercizio commerciale, che nel limitare i tavolini esterni presenti sulla piazza si sono dimenticati di lasciare lo spazio necessario per il passaggio delle carrozzine per disabili ma per i passeggini dei bambini su quello che rimane pur sempre un importante marciapiede pubblico a pochi passi da Piazza Duomo. Non sappiamo ancora chi è il responsabile di tale scelleratezza, ma speriamo che si ponga un rimedio serio alla questione allargando lo spazio del marciapiede e se si restringe un po per i clienti del locale, be non ce ne frega niente, se ne faranno una ragione e se non se la fanno sono tutti problemi loro. Noi tuteliamo i deboli. Il sindaco di Milano e i suoi collaboratori fanno altrettanto?




martedì 11 settembre 2018

ABBIATEGRASSO. CHIUDE IN ANTICIPO LA SALA D'ASPETTO DELLA STAZIONE E CACCIANO I PENDOLARI AL FREDDO SOTTO LA PIOGGIA

Il "fattaccio" è accaduto attorno alle 19.45 di venerdi scorso, 7 settembre alla stazione ferroviaria di Abbiategrasso. Quella sera diluviava a dirotto, un temporale estivo, anzi quasi una botta d'acqua vera e propria e molti pendolari appena scesi dal treno in arrivo da Milano Porta Genova e diretto a Mortara sprovvisti di ombrello avevano trovato rifugio nella sala d'aspetto in attesa che il temporale passasse e smettesse di cadere la pioggia. Ma nonostante la presenza di tanta gente, e nonostante non fossero ancora le 20,00 (ORARIO PREVISTO PER LA CHIUSURA DELLA SALA DI ASPETTO) l'addetto ha invitato tutti a uscire sotto la tettoia della stazione in quanto doveva chiudere la sala lasciando tutti fuori sotto la tettoia colabrodo e al freddo (le temperature di esano abbassate di oltre 10 gradi quel giorno) . Da qui la protesta di diversi pendolari che dapprima hanno chiesto spiegazioni ricevendo in cambio generiche dichiarazioni dell'addetto alla sala di aspetto e poi rivolgendosi direttamente con i reclami a Trenord che ha visto bene di scaricare tutto su RFI dichiarando che le strutture sono in capo a Reti Ferroviarie Italiane. Un vero e proprio scarica barile che ha creato l'ennesimo disagio ai pendolari di una delle linee più martoriate e con il maggior numero di treni in ritardo e cancellati di tutta la rete Trenord. Oltre al danno la Beffa. Vergogna TRENORD.



sabato 8 settembre 2018

ESSELUNGA CERTOSA UN SUPERMERCATO CHE PARE CASA MIA

Andare al supermercato può essere un piacere? Un posto che dove oltre a comperare quello che serve, a prezzi adatti alle proprie tasche ti fa sentire casa, e comunque ti permette di fare due chiacchere e scambiare un sorriso con le persone in un momento di questa vita frenetica, o addirittura riuscire a scambiare due parole nel dialetto delle tue parti e scorprire che hai amicizie in comune con il direttore o con la capocassiera? Si, è possibile, cosi come è stato possibile vedere  esplodere in una risata liberatoria una di quelle che conta (ma che arriva da un'altra slunga) che di solito la vedi sempre indaffarata a correre e far correre (forse troppo dal mio punto di vista di cliente) le cassiere e le commesse del supermercato con fare deciso. Un insieme di diverse anime, e diversi corpi tutte e tutti  con il grembiulino blu che in un'altra occasione le omologherebbe ma che invece qui conosci per nome, come per nome conosci, il panettiere, il gastronomo, quelli che fanno le guardie, e le cape e i capi... li conosci per nome, non perchè tu sia un privilegiato, non perchè io sia un privilegiato, ma perchè forse qui nella ESSELUNGA CERTOSA di via Palizzi a Milano è rimasto intatto lo spirito del Caprotti, del padre fondatore, del padre appunto. Uno stile che non abbisogna solo di ordini da eseguire, ma anche di scambi di sorrisi, di ammiccamenti, di amicizie, e mi sa anche di matrimoni o fidanzamenti nati dentro quelle mura. Insomma un luogo dove vivere prima che lavorare, dove sentirsi a casa prima che in negozio. E questo spirito, ne parlavo ieri sera con la Michela (capocassiera e se sbaglio titolo mi perdonerà) ma anche con Sabrina, Mariaconcetta, la Nunzia e le altre che sotto quel grembiule blu, hanno un anima e sotto quel velo di trucco una bellezza interiore che ti fa luce (e parlo di tutte nessuna esclusa). Insomma una realtà dove ci trovi il pane, la frutta e i giornali, ma anche dove con un attimo di attenzione ci trovi la vita vissuta, di persone diverse, a volte molto diverse tra loro che ci lavorano e che senza nascondere i problemi che nascono ogni giorno in un luogo di lavoro dove ci sono decine di umani indaffarati riescono sempre a fare la sintesi che permette alla macchina di funzionare e senza particolari problemi o musi lunghi. Certo non sto parlando del paradiso, e parlo da esterno di quello che vedo e di quello che in questi anni mi hanno trasmesso le persone che ho incontrato li, alcune delle quali diventate amiche, altre semplici conoscenti con cui dire una battuta o parlare di animali (dal coniglio della Michela alle tartarughe del panettiere barbuto), insomma un mondo nel mondo che va preso ad esempio non per lo spirito che lo contraddistingue non solo in apparenza, ma per le persone che lo compongono, una ad una, uno ad uno, diversi ma tutti messi insieme in una macchina che ogni mattina riapre i battenti ed ogni sera li chiude sapendo di doverli riaprire poche ore dopo. Devo essere sincero, quello che mi ha più sorpreso è stato il direttore, all'inizio quando lo vedevo lo immaginavo un muso lungo, un po rompiballe... be mi sono dovuto ricredere, e ricredere alla grande, quando l'ho sentito parlare nel mio dialetto, del resto uno di Ossona mica può essere un rompiballe, ma al massimo la quintessenza dell'attenzione che deve essere messa nel gestire la macchina, e non da meno è simpatico come la Michela e le altre, faccio un paio di nomi senza andare oltre, certo che chi non è citato non si offende, ma semmai si sente parte di una squadra, che secondo me i capi in alto loco dovrebbero valorizzare di piu e per questo lancio un appello: Cari capi e cape (figlie di Caprotti in primisi): queste sono davvero brave, cazzo dategli sto benedetto aumento e sto super premio produzione che lo meritano, tutti e tutte nessuna esclusa. 
Lorenzo Croce


LE STRANE PETIZIONI SENZA EFFETTO....

Questo vuole essere un atto di accusa, di accusa contro l'ignoranza di chi firma le petizioni che vengono proposte per le strade senza verificare se queste avranno o meno un seguito, ma sopratutto contro coloro che queste petizioni le promuovono in diversi campi: da quelli che dicono che raccolgono le firme contro la droga, e poi scopri che sono loro stessi drogati e che quelle raccolte firme servono solo ed esclusivamente a raccogliere soldi che useranno poi per comperarsi l'eroina o  peggio, fino a coloro che promettono di liberare i parchi dagli extracomunitari e raccolgono firme a cui aderiscono anche le personalità politiche pur sapendo che sono firme senza valore, in quanto raccolte non sotto un testo specifico rivolto ad una specifica autorità e per giunta senza chiedere copia del documento per identificare chi firma, ma che oltre ad illudere gli allocchi in tutti i casi portano nel peggiore dei casi soldi nelle casse dei furbacchioni, nella migliore delle ipotesi visibilità mediatica. Quindi, senza dilungarmi troppo, prima di firmare controllate due cose, la prima che vi sia un testo base al quale fare riferimento perchè voi non firmate contro o a favore di qualcosa di astratto, ma la vostra firma per avere valore deve essere accompagnata dagli estremi del vostro documento e sopratutto avere una lettera che voi sottoscrivete, altrimenti è fuffa di chi vi sta raccontando un sacco di fregnacce.