sabato 29 settembre 2012

GIORNALISTI ARRESTATI: E' QUESTA LA DEMOCRAZIA DI CUBA? VERGOGNA

E' QUESTA LA DEMOCRAZIA DI CUBA? ARRESTARE I GIORNALISTI CHE VANNO A FARE IL LORO DOVERE E CERCARE DI SCOVARE UN ASSASSINO: COMPLIMENTI VIVISSIMI A FIDEL CASTO, I SUOI ADEPTI CUBANI O ITALIANI CHE SIANO. VERGOGNA.

da la stampa.it
Sono Ilaria Cavo (Mediaset), Domenico Pecile (Messagero Veneto), Stefano Cavicchi (Corriere)
e l’operatore Fabio Tricarico.
Si trovano sull’isola per seguire
il presunto killer dei coniugi Burgato
«Hanno fatto solo interviste lecite»

La giornalista di Mediaset e inviata di Videonews a Cuba Ilaria Cavo, il cronista del Messaggero Veneto Domenico Pecile, il fotoreporter del Corriere della Sera Stefano Cavicchi, che sarebbe già stato rilasciato nella notte, e l’operatore Fabio Tricarico sarebbero stati arrestati a Cuba dove si trovavano per la vicenda dell’omicio di Legnano dei coniugi Rosetta Sostero e Paolo Burgato . I giornalisti erano sulle tracce di Reiver Laborde Rico, il fratello di Lisandra, la giovane che ha confessato il delitto dei coniugi avvenuto il 19 agosto scorso. Il 24enne è riuscito a fuggire dall’Italia, che ne ha già chiesto l’estradizione.



Sulle tracce del presunto killer

Oggi uno degli inviati arrestati, Domenico Pecile, firma sul Messaggero Veneto e sul Piccolo un’intervista al giovane cubano. Reiver Rico, secondo quanto riportano i quotidiani, si sarebbe intrattenuto con l’inviato per qualche minuto, per sostenere la propria innocenza. «Io con il delitto non ho nulla a che fare. Non sono scappato a Cuba ma sono tornato a Cuba perché stava nascendo la mia seconda figlia. Lo avevo detto a tutti, anche alla mia titolare della sala giochi», dichiara Reiver all’inviato. In merito all’ arresto della sorella, Lisandra, il giovane afferma: «Mia sorella è stata costretta a dire quelle cose, non c’entriamo nulla. È opera di gente con le palle». Infine, «la notte del duplice omicidio ero a casa, tranquillo, perché aspettavo di partire».



Estradizione difficile

Intanto il capo della Procura della Repubblica di Udine, Antonio Biancardi, si è dichiarato pessimista su una eventuale estradizione del giovane: «Le autorità dell’isola non conoscono gli atti e non ce li hanno chiesti. Ma questo non vuol dire - prosegue - che non si farà di tutto e di più per ottenere la presenza di Reiver in Italia». L’iter per le pratiche di una eventuale estradizione sono state avviate, conferma il procuratore, ma «siamo lontanissimi», ammette, da un risultato positivo.



“Hanno fatto solo interviste”

Secondo Claudio Brachino, direttore di Videonews ieri sera la Cavo era con Tricarico e con Cavicchi e stava tornando a L’Avana, dopo aver realizzato una parte del reportage, quando è stata fermata dalle autorità. «Ilaria - ha detto Brachino - non ha fatto nulla di illegale. Ha realizzato interviste assolutamente lecite».



Farnesina in contatto con Cuba

La Farnesina ha confermato il fermo dei quattro giornalisti italiani, aggiungendo che l’ambasciata italiana all’Avana «ha immediatamente attivato tutti i canali opportuni», a livello del ministero degli Esteri cubano, per giungere al loro rilascio. Ai connazionali, precisano le fonti «è stata offerta l’assistenza consolare».

mercoledì 26 settembre 2012

WURSTERL DI POLLO: SI FA' SPREMENDO LE CARCASSE DI POLLI

I würstel di pollo sono preparati spremendo le carcasse dei volatili. Si chiama carne separata meccanicamente o poltiglia rosa, un sottoprodotto della macellazione

La carne separata meccanicamente (CSM) è l'ingrediente misterioso presente in moltissime confezioni di würstel di pollo firmate da grandi aziende come: Aia, Wüber, Principe, Fiorucci... La maggior parte della gente però non sa cosa sia, anche se stiamo parlando di un ingrediente che rappresenta dall’85% al 90% del contenuto.
La carne separata meccanicamente è un sottoprodotto ottenuto dalla macellazione delle carcasse avicole. La procedura è semplice. Dopo avere tolto il petto e le cosce e scartato la pelle, le zampe e il collo, le carcasse di pollo vengono trasferite in speciali presse, dove sono macinate e fatte passare attraverso setacci molto fini per eliminare i residui delle ossa. Alla fine si ottiene una vera e propria poltiglia rosa. A questo punto si aggiungono addensanti e conservanti e qualcuno usa anche polifosfati per aumentare la quantità di acqua trattenuta. Il sapore è ottenuto immergendo i wurstel in bagni di acqua aromatizzata e attraverso spezie ed esaltatori dell’aroma. In Italia il sistema si usa in modo prevalente per la preparazione dei würstel di pollo, mentre quelli di suino sono ottenuti da vera carne.
La maggioranza delle aziende usa presse a bassa pressione che permettono di realizzare un prodotto più simile alla carne macinata, ma alla fine si ottiene sempre una poltiglia rosa. Recuperare carne, con la spremitura delle carcasse è un sistema sicuramente efficace che permette di non buttare via niente, ma una cosa è certa, la qualità è sempre mediocre. La carne separata meccanicamente deve essere sempre indicata sull'etichetta, anche se alcune marche come Würstel Maxi di Maso Antico o Wulevù di Principe, lo evidenziano attraverso un asterisco che rimanda ad una nota in fondo all'elenco degli ingredienti.
C'è inoltre da chiedersi perchè i siti delle imprese, nell'area dedicata, non riportano l'elenco degli ingredienti dei würstel di pollo. Si tratta di un particolare curioso visto che in rete le aziende descrivono sempre con attenzione e dovizia di particolari i propri prodotti evidenziando qualità e caratteristiche.
In Italia l’impiego della carne separata meccanicamente si sta diffondendo velocemente perchè costa poco e permette uno sfruttamento ottimale delle materie prime. Al supermercato la poltiglia rosa si trova come ingrediente in molte preparazioni firmate da aziende ben note. Stiamo parlando di cotolette impanate con verdure, bocconcini di pollo e preparazioni a base di tacchino.
Pur avendo una composizione simile alla carne da un punto di vista qualitativo il confronto con regge, il contenuto osseo è maggiore e la struttura ha perso completamene l'aspetto fibroso.
La poltiglia rosa si può paragonare a certi oli di semi tropicali di mediocre qualità come il palma o il palmisto, utilizzati dalle industrie alimentari perchè costano poco. La differenza è che, se nei prodotti da forno l'olio rappresenta una quota relativa, nei würstel di pollo, la poltiglia rosa rappresenta la quasi totalità del prodotto.
Un aspetto da considerare è il prezzo molto interessante. Il listino dei wurstel oscilla da 4 a 7 euro al kg, e in un periodo di crisi economica questo fattore va considerato con attenzione. Per chi può, l'alternativa è scegliere i würstel di suino ancora fatti con vera carne di maiale, magari insaccati con budello naturale e insaporiti con aromi naturali. L'unico inconveniente è che costano almeno il 50% di più.


FONTE: ilfattoalimentare.it
per leggere tutto l'articolo ed approfondire

sabato 22 settembre 2012

FINITO L'INCUBO DELLA PRIGIONE PER RIMSHA

l'arresto dell'imam che ha falsificato le prove contro la bambina cristiana
Sembra finito l'incubo per la piccola Rimsha la bambina pakistana cristiana accusata di blasfemia. Infatti pare sia stata tutta una montatura dell'Imam arrestato a sua volta. Riportiamo il comunicato integrale dell'ANSA secondo cui la polizia pachistana ha ammesso che non ci sono prove della colpevolezza della ragazzina afflitta da problemi mentali. 

(ANSA) - ISLAMABAD - La polizia pachistana ha riconosciuto che non ci sono prove contro Rimsha Masih, la bambina cristiana arrestata per blasfemia e poi liberata su cauzione. Lo sostiene il sito di The Dawn. Gli investigatori sostengono infatti che l'imam di una moschea, ora in carcere, abbia manipolato la vicenda aggiungendo delle pagine bruciate del Corano a quelle in possesso della 14/enne affetta da un ritardo mentale. La polizia ha presentato nuovi capi di imputazione come chiesto dai giudici.

lunedì 17 settembre 2012

CHI SONO GLI ISLAMICI SALAFITI??

DA WIKIPEDIA

La salafiyya (arabo: ﺳﻠﻔﻴـة‎), o salafismo, è una scuola di pensiero sunnita che prende il nome dal termine arabo salaf al-ṣaliḥīn ("i pii antenati") che identifica le prime tre generazioni di musulmani (VII-VIII secolo): i Ṣaḥābi (i "Compagni" di Maometto), i Tābiʿūn (i "Seguaci", la generazione successiva a quella del Profeta) e i Tābiʿ al-Tābiʿiyyīn ("Coloro che vengono dopo i seguaci", la terza generazione), che vengono tutti considerati - dai salafiti - dei modelli esemplari di virtù religiosa.[1] Punti di riferimento nella storia dei movimenti salafiti sono tre autori e studiosi della Sunna a cui è comunemente associato il titolo onorifico di "Shaykh al-Islam": Ahmad ibn Hanbal (780-855), Ibn Taymiyya (1263–1328) e Muhammad ibn Abd al-Wahhab (1703-1792) Sebbene il termine salafi (arabo: سلفي‎) sia ben attestato già nel periodo classico essendo utilizzato da eminenti studiosi di Hadīth, come al-Dhahabi (1274–1348), per qualificare come "ortodossa" la posizione teologica di autori precedenti, l'accezione moderna di questo termine - secondo alcuni storici dell'Islam - fa riferimento, innanzitutto, a un movimento revivalistico sorto nella seconda metà del XIX secolo in Egitto, in reazione alla diffusione della cultura europea e con l'intento «di rivelare le radici della modernità all'interno della civiltà islamica».[5] Questa definizione del salafismo si riconduce, in particolare, ad autori come Muhammad Abduh e Jamal al-Din Asadabadi, importanti intellettuali dell'Università al-Azhar e fondatori del movimento culturale e politico conosciuto come Iṣlāḥ (o riformismo islamico) e all'intellettuale siriano Rashid Rida.

Il termine salafismo è diventato nel tempo, tuttavia, abbastanza ambiguo, perché se inizialmente il movimento era decisamente aperto al confronto con l'Occidente non-musulmano (è nota "la Fatwa del Transvaal" di Muhammad ʿAbduh, che suscitò la forte opposizione degli ambienti islamici più conservatori e che prendeva posizione sulla liceità per un musulmano di cibarsi di carni di un animale non macellato secondo la normativa islamica), già nella seconda metà del XX secolo rappresentava di fatto un sinonimo del Wahhabismo.
Questa trasformazione non deve sorprendere più di tanto. Comune al primo Salafismo e al fondamentalismo era infatti la volontà di affrancare lil mondo islamico dalla sua sudditanza, psicologica e politica, nei confronti dell'Occidente non-musulmano, anche se i metodi delle due correnti di pensiero divergevano poi per metodo e strumenti. Sinteticamente si può dire che il Fondamentalismo abbia trovato alimento nel Salafismo, allontanandosene essenzialmente per una diversa interpretazione data della Rivelazione coranica, ma non per le finalità da raggiungere.


Il Salafismo delle origini era anch'esso un movimento profondamente e sinceramente religioso, che si batteva per il recupero di un Islam "puro" da incrostazioni sovrastrutturali, fautore di una lettura meno intellettualistica del Corano, ostile per un verso a una sua lettura troppo letteralistica che rischiava concretamente di sfociare in vera e propria offesa alla ragione umana, ma per un altro verso anche alla dottrina di alcune correnti sufi, giudicata troppo ambigua e assertrice di una lettura troppo allegorica e potenzialmente fuorviante del portato coranico per essere accettata dai salafiti.
Molti salafiti di oggi pensano, invece, che la loro letterale lettura della Legge coranica sia non solo corretta ma più adeguata alle necessità del presente. Rifiutano la lettura fornita dai primi salafiti - i riformisti islamici - che a loro parere tracima facilmente in una inammissibile «libera interpretazione» del testo sacro, preferendo fare riferimento, piuttosto, a figure fondamentaliste come Ibn Taymiyya - importante teologo ḥanbalita siriano del XIII secolo e fervente sostenitore del Jihad - e Ibn Qayyim al-Jawziyya che ai teorici di fine Ottocento del movimento.[5]

Una corrente numerosa del salafismo tra le due guerre mondiali preferisce, quindi, guardare con forte interesse all'opera ideologica del propagandista religioso Muhammad ibn Abd al-Wahhab, il cui richiamo alle pratiche delle prime generazioni di musulmani aveva dato origine al movimento wahhabita, un movimento fondamentalista profondamente legato - per tutta una serie di vicende storiche e politiche - alla casa regnante dell'Arabia Saudita e che affronta il ritorno alle origini della Sunna in chiave del tutto anti-modernista.
Connotazioni ideologiche del salafismo [modifica]

Il movimento salafita - come affermatosi in Egitto all'inizio del XX secolo ad opera di Rida - vuole ricreare le condizioni in cui visse e agì il profeta Muhammad (VII secolo) con i suoi fedeli Compagni. Da questo punto di vista appare corretto l'uso del sostantivo-aggettivo "salafita". L'aspetto teoretico di maggior rilievo del salafismo è, pertanto, quello di un ritorno alle "fonti", la volontà di dar corso a una nuova interpretazione (ijtihād) autentica dei dati coranici e della Tradizione etico-giuridica (Sunna). Il movimento è anti-occidentale e apparentemente tradizionalista, ma in realtà può essere paradossalmente considerato un movimento di modernizzazione dell'Islam, visto che non ha timore di ricorrere allo strumento esegetico dell'ijtihād per affrontare le nuove fattispecie giuridiche che s'accompagnano ai processi di globalizzazione.[6]
Salafismo e radicalismo islamico [modifica]

I primi segnali evidenti, e ufficiali, del mutamento ideologico e strategico del Salafismo, da movimento "riformista" e tollerante a movimento "fondamentalista", si possono forse riscontrare in Tunisia, verso gli anni Trenta del XX secolo. Nel suo lemma «Salafiyya», su The Encyclopaedia of Islam, W. Ende sottolinea, infatti, le espressioni di questo nuovo corso in diversi settori della società tunisina: innanzi tutto con l’organizzazione di “libere scuole” e di una nuova stampa periodica, gran parte della quale permeata di uno spirito wahhabita che era marcatamente insensibile al tradizionale retaggio culturale islamico formatosi nel corso della sua più che millenaria esistenza in Asia, Africa ed Europa, nonché nella forte sottolineatura della necessità di rapporti privilegiati con l’Oriente islamico, nel moralistico impegno contro i malesseri sociali e i “vizi” importati - a dire di questi nuovi Salafiti - dall’Occidente (alcolismo e prostituzione innanzi tutto), nella condanna dello scimmiottamento dell’Occidente e del suo “decadente” femminismo, nell'ostracismo da decretare nei confronti delle missioni cristiane e nelle loro attività di proselitismo, nella ripulsa di organizzazioni come la Khaldūniyya, dell’YMMA (Young Men's Muslim Association, creata a imitazione della Young Men Christian Association) e infine della Società per la Difesa e l’insegnamento del Corano (peraltro di brevissima esistenza).

In Egitto, la trasformazione del Salafismo avvenne nello stesso periodo, con l'avvento della cosidetta “Neo-Salafiyya”.[7] Nascono infatti la Jamʿiyyat al-Shubbān al-muslimīn (Organizzazione dei Giovani Musulmani) e la Fratellanza Musulmana, che non si rivolgono più a minoranze colte e "illuminate" (in qualche modo sensibili alla cultura occidentale) ma alle masse più incolte, impegnandosi in una profonda e capillare opera di “richiamo” (daʿwa) all'Islam, cioè di riavvicinamento alla fede e alle pratiche canoniche dell'Islam, inteso in senso anti-intellettualistico e conservatore; una visione praticamente opposta a quella del movimento delle origini.

Come consequenza di questo percorso storico, a partire dalla seconda metà del XX secolo il Salafismo verrà frequentemente associato alle espressioni più radicali del Fondamentalismo islamico (che la stampa seguita a chiamare impropriamente "islamismo"). A partire dagli anni settanta del XX secolo, vi si richiamano infatti esplicitamente numerosi gruppi estremisti, come il Gruppo Salafita per la Predicazione e il Combattimento, sorto negli anni novanta in Algeria, ed altre milizie jihadiste vicine ad al-Qāʿida.

Il 15 aprile 2011 a Gaza, estremisti neo-salafiti (bollati da Hamas come "schegge impazzite"[8]), hanno sequestrato e ucciso a Gaza il giornalista e volontario italiano Vittorio Arrigoni, che aveva organizzato l'unico blog non musulmano in quel territorio palestinese occupato, tenuto sotto duro assedio dal 2007 dalle forze militari israeliane.[9] Ipotesi circa una matrice israeliana del misfatto non hanno trovato alcuna conferma.

LA TIGRE ED IL BAMBINO

LA TIGRE E IL BAMBINO
Franco Libero Manco

Una tigre scappata da un circo si avvicinò ad un parco-giochi catturò un bambino di pochi anni, lo uccise con la sua possente dentatura e lo divorò davanti allo sconcerto e il terrore di tutti. L’orrore suscitato fu grande, le persone urlavano, si disperavano, piangevano, il mostro sanguinario doveva essere ucciso, sterminato. La belva assetata di sangue fu abbattuta dalla polizia. Ma la tigre era affamata da giorni, aveva dei cuccioli da allattare, era anatomicamente strutturata ad uccidere, a mangiare la carne, non aveva altra scelta per vivere.

Un vitello, a pochi mesi di vita, era stato tolto alla madre che ancora lo allattava. La mucca pianse e lo cercò per giorni. Il coltello del macellaio gli recise la gola e la sega lo sezionò staccandogli tutte le membra e fu appeso a pezzi nella macelleria. Una gentile signora si recò ad acquistare carne di vitello. La signora non era affamata, non era strutturata anatomicamente a mangiare la carne, non aveva le possenti zanne della tigre, solo le piaceva mangiare la tenera carne del vitello. Nessuno gridò all’orrore, nessuno si disperò né pianse, né invocò giustizia contro il macellaio e contro la donna. Nessuno chiese la loro uccisione: non erano mostri sanguinari: erano esseri umani civili, democratici, evoluti.

PER GLI AMICI VIAGGIATORI: LA TARTARUGA B&B

b&b la tartaruga - pregnana milanese
Capita spesso di cercare un posto dove riposare serenamente, lontani dal traffico cittadino, magari durante una fiera o una serie di appuntamenti di lavoro che si protraggono per alcuni giorni in quel di Milano, bene sono lieto di comunicare a tutti i lettori di Orme- il blog che lascia traccia che quel posto esiste. Si chiama LA TARTARUGA e si trova a Pregnana Milanese a pochi chilometri dalla fiera ma anche immerso nel cuore di un vecchio borgo. Ovviamente non essendo questo un redazionale, ne tantomeno un inserzione pubblicitaria a pagamento, ma solo una segnalazione, diciamo una sopresa a degli amici, non mi dilungo oltre, vi invito invece a fare un giro nel loro sito per scoprire tutte quelle cose che dette da me potrebbero sembrare pubblicità ma che viste dal loro sito sono la certezza.
Buona notte alla Tartaruga B&b PREGNANA


domenica 16 settembre 2012

CHIESA: COME MI SBATTEZZO?????

In pochi per la verità, ma mi è capitato qualcuno che mi ha chiesto come sbattezzarsi, o meglio come ufficialmente lasciare la chiesa cattolica (cosa che non mi riguarda), ora ricevo e volentieri pubblico un saggio su questo argomento dall'associazione AXTEISMO...

A ognuno le proprie conclusioni, e se volete mettere commenti non sarò io a censurarli.

In molti hanno chiesto alla redazione di Axteismo come ci si SBATTEZZA e ci si CANCELLA dalla setta fondamentalista della Chiesa cattolica. Facilissimo! Ecco il modulo fac simile da compilare e spedire alla parrocchia nella quale avvenne il proprio battesimo. Non è necessario spiegare al prete-stregone motivazioni o cose simili. Egli deve soltanto eseguire e soddisfare la tua richiesta entro 15 (quindici) giorni dalla ricezione della raccomandata. Tu richiedente dovrai ricevere poi una lettera nella quale il prete-stregone dichiara l’avvenuta cancellazione dalla setta della Chiesa cattolica. Se il prete-stregone facesse il furbo o lo gnorri non esaudendo la richiesta può essere denunciato alla Procura della Repubblica. Se il prete-stregone affiggesse nella bacheca pubblica parrocchiale la tua richiesta di SBATTEZZO CANCELLAZIONE dalla setta della Chiesa cattolica, come una sorta di messa al bando, può essere denunciato alla Procura della Repubblica con relativa richiesta di risarcimento danni subiti e gli si può fare un esposto alla magistratura in base alla Legge del Diritto alla Privacy. Il tempo della caccia alle streghe e agli eretici è finito! Fai girare questo modulo tra i tuoi amici e conoscenti così apprenderanno anche loro che basta un semplice foglio di carta per chiudere per sempre coi preti-stregoni-vescovi-maghi-cardinali-cartomanti-papi del Vaticano e con la loro “setta malefica e perniciosa” come affermavano Giuseppe Flavio, Plinio il Giovane e Svetonio, togliendo loro alla radice e per sempre il potere che, con inaudita arroganza e violenza, si sono presi da soli.



Ci risulta che per l’evento qualche sbattezzato-cancellato organizzi anche una bella festicciola tra amici con tartine, pasticcini, caffè, thè e torta. dopo tutto ci si libera di un malsano peso psicologico e sociale. Ci si libera dal cancro del cristianesimo, nella fattispecie dalla metastasi tumorale del cattolicesimo, cancro dell’Umanità. Auguri di Buon Sbattezzo!



SBATTEZZO CANCELLAZIONE

DALLA FARNETICANTE E TERRORIZZANTE

SETTA FONDAMENTALISTA DALLA CHIESA CATTOLICA



Raccomandata A/R

data: ……/ ……/ …..…

Al Parroco della parrocchia di:

……………………………………………………

indirizzo: ………………………………….……..

cap: ……….. città: ………………………………. provincia: ……………………………….



OGGETTO: Istanza ai sensi dell'art. 7 del Decreto Legislativo n. 196/2003.



Io sottoscritto/a ……………………………………. , nato/a a ……………………………. il ………………….. e residente a …………………………………………………………………….. ,

con la presente istanza, presentata ai sensi dell'art. 7, comma 3, del Decreto Legislativo n. 196/2003, mi rivolgo a Lei in quanto responsabile dei registri parrocchiali.



Essendo stato sottoposto/a a battesimo nella Sua parrocchia, in una data a me non nota ma presumibilmente di poco successiva alla mia nascita, desidero che venga rettificato il dato in Suo possesso, tramite annotazione sul registro dei battezzati, riconoscendo la mia inequivocabile volontà di non essere più considerato/a aderente alla setta religiosa fondamentalista e oltranzista denominata “Chiesa cattolica apostolica romana”.



Chiedo inoltre che dell'avvenuta annotazione mi sia data conferma per lettera, debitamente sottoscritta.



Segnalo che, in caso di mancato o inidoneo riscontro alla presente istanza entro 15 (quindici) giorni, mi riservo, ai sensi dell'art. 145 del Decreto Legislativo n. 196/2003, di rivolgersi all'autorità giudiziaria o di presentare ricorso al Garante per la protezione dei dati personali.



Dichiaro di rinunciare fin da subito a qualsivoglia pausa di riflessione o di ripensamento in ordine; avverto che considererò ogni dilazione come rifiuto di provvedere nel termine di legge (15 giorni, ai sensi dell’art. 146, comma 2, del D. lgsn. n. 196/2003) e che quindi ricorrerò immediatamente all’autorità giudiziaria o al Garante per la tutela dei dati personali, qualora Lei illegittimamente differisse l’annotazione richiesta ad un momento successivo al quindicesimo giorno dal ricevimento della presente.



Sottolineo di nuovo – nel caso non Le fosse chiaro – che il mio nominativo deve essere CANCELLATO dal registro parrocchiale dei battezzati e La diffido ad usare la inutile ed inaccettabile dicitura “Abbiamo preso atto” e/o diciture analoghe, senza tuttavia aver provveduto alla cancellazione. Ripeto, il mio nominativo deve essere CANCELLATO dal registro parrocchiale dei battezzati e senza discussioni né esitazioni.



Ciò, in ottemperanza del Decreto Legislativo n. 196/2003 (che ha sostituito, a decorrere dall’1/1/2004, la previgente Legge n. 675/1996), in ossequio al pronunciamento del Garante per la protezione dei dati personali del 9/9/1999 e alla sentenza del Tribunale di Padova depositata il 29/5/2000.



Si diffida dal comunicare il contenuto della presente richiesta a soggetti terzi che siano estranei al trattamento, e si avverte che la diffusione o la comunicazione a terzi di dati sensibili può configurare un illecito penale ai sensi dell’art. 167 del D.lgs. n. 196 del 2003.



Si allega fotocopia del documento d’identità.

Distintamente.



Firma: ………………………………..

Mittente:



………………………………………………



………………………………………………



………………………………………………







“Uccidi la tua religione prima che la religione uccida te.”

Ennio Montesi



“Kill your religion before your religion kills you.”

Ennio Montesi





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giovedì 13 settembre 2012

DA TRENTANNI SENZA GRACE KELLY

Trent'anni fa nella notte tra il 13 ed il 14 settembre ci lasciava Grace Kelly, attrice ma sopratutto principessa di Monaco, moglie di Ranieri, ci affidiamo anche in questo caso a Wikipedia per ricordare il suo percorso e la sua vita che molti considerano come la vera fiaba del secolo scorso...

Grace Patricia Kelly, in Grimaldi (Filadelfia, 12 novembre 1929 – Cap-d'Ail, 14 settembre 1982) è stata un'attrice statunitense. È divenuta principessa di Monaco dopo aver sposato, nell'aprile 1956, il principe Ranieri III. Madre del principe regnante Alberto II, oltre che delle principesse Carolina e Stefania di Monaco, era divenuta negli anni, per gli abitanti del principato, la principessa Grace.
Le origini [modifica]

Nacque a Filadelfia nello stato americano della Pennsylvania, figlia terzogenita di John Brendan Kelly Senior (1889-1960) e Margaret Majer (1899-1990), e sorella di John Brendan Kelly jr. (1927-1985), Margaret Katherine Kelly (1925-1991) ed Elizabeth Anne Kelly (1933-2009).

La sua famiglia di origine irlandese era una delle più importanti della città, benché di recente ricchezza, ed era saldamente cattolica; tutta l'educazione di Grace e dei suoi fratelli si basò sui principi del cattolicesimo, che diventerà il collante dell'unione tra la Kelly e il principe Ranieri.

Suo padre fu un milionario self-made-man, vincitore di tre medaglie d'oro nella specialità del canottaggio a due olimpiadi; suo fratello Jack seguì questa tradizione. La strada di Filadelfia Kelly Drive è intitolata a John Junior, che fu membro del consiglio comunale. Si racconta che a stimolare il lato artistico della giovane Grace fu lo zio paterno George Kelly, commediografo vincitore di un premio Pulitzer. La madre Margaret Majer invece, nacque a Schloss Helmdorf in Germania, e si trasferì a Filadelfia in piccola età con la famiglia. Grande atleta, energica e determinata, la signora Majer fu la prima donna ad insegnare educazione fisica nella University of Pennsylvania, mentre la sua avvenenza teutonica le consentì un discreto successo come cover girl. Secondo tutti i biografi, comunque, il vero eroe della futura principessa rimane il padre John Kelly: bellissimo, carismatico e vincente sarà per sempre il faro di Grace.
Il cinema [modifica]

Nonostante l'opposizione della famiglia al suo desiderio di lavorare nel cinema, Grace Kelly, unanimemente ritenuta una delle più belle attrici del mondo apparse sullo schermo, iniziò come indossatrice e, all'età di 22 anni, ebbe la sua prima parte nel film La quattordicesima ora (1951), mentre l'anno seguente fu co-protagonista con Gary Cooper del western Mezzogiorno di fuoco (1952).

Il film successivo fu Mogambo (1953), pellicola di genere drammatico ambientata nella giungla del Kenya e incentrata sul triangolo amoroso tra la Kelly, Clark Gable e Ava Gardner. L'interpretazione fece guadagnare a Grace Kelly la nomination all'Oscar per il titolo di miglior attrice non protagonista, che invece andò a Donna Reed per la sua interpretazione in Da qui all'eternità (1953).

Grace Kelly con Clark Gable in Mogambo (1953)
I film con Hitchcock [modifica]

Grace Kelly interpretò tre film per la regia di Alfred Hitchcock: Il delitto perfetto (1954), La finestra sul cortile (1954) e Caccia al ladro (1955). Fu sul set di quest'ultimo film, girato nel Principato di Monaco, che conobbe il futuro marito.

A proposito di Hitchcock, è da ricordare l'ossimoro che il maestro del brivido creò per definirla, "Ghiaccio bollente", per sottolineare l'algida bellezza e la sensualità che l'attrice sprigionava dal grande schermo.

Nel 1955 vinse il Premio Oscar come miglior attrice protagonista per La ragazza di campagna (1954), prevalendo sulla favorita Judy Garland in È nata una stella (1954). Durante le riprese del film, ebbe una breve relazione con il protagonista Bing Crosby, che non venne pubblicizzata per proteggere la reputazione di entrambi.
La principessa di Monaco [modifica]

Nel film Il cigno (1956), Grace Kelly interpretò il ruolo di una principessa al fianco di Alec Guinness e Louis Jourdan, un ruolo che assumerà anche nella realtà poco dopo. La commedia musicale Alta società (1956), infatti, fu il suo ultimo film. Il suo matrimonio con il Principe Ranieri III di Monaco segnò il suo ritiro dalle scene.

Prima del suo matrimonio ebbe relazioni con gli attori Clark Gable, Gary Cooper, Bing Crosby, Ray Milland, William Holden, Frank Sinatra e Jean-Pierre Aumont, e con lo stilista Oleg Cassini.

Non fu molto contenta di lasciare la sua splendida carriera di attrice, ma seguì le volontà di Ranieri[senza fonte]. Hollywood non si rassegnò facilmente alla perdita di colei che era stata la sua principessa ben prima di sposare un sovrano, e Grace non smise di ricevere copioni che però puntualmente rifiutò. In due occasioni prese in considerazione l'idea di ritornare al cinema: per Hitchcock naturalmente, che la voleva protagonista di Marnie (1964), nel ruolo andato poi a Tippi Hedren, e per Herbert Ross, che le offrì il ruolo di Deedee in Due vite, una svolta (1977), interpretato infine da Shirley MacLaine.

La firma di Grace Kelly

Grace Kelly in Alta società (1956), il suo ultimo film

La fede cattolica e l'abilità nel crescere i bambini furono i fattori principali per cui Ranieri la scelse come sposa. Il Principato di Monaco sarebbe infatti passato alla Francia in assenza di un erede (non è più così dal 2002, dopo un trattato con la Francia), e anche se non è indispensabile la celebrazione di un matrimonio con rito religioso, non è pensabile che un principe cattolico divorzi per risposarsi, se la moglie non riuscisse a dargli figli.

Prima di Grace Kelly, Ranieri ebbe un fidanzamento di sei anni con l'attrice francese Gisèle Pascal, che lasciò quando una visita medica ne accertò l'infertilità (in seguito l'attrice sposò il collega Raymond Pellegrin, da cui ebbe una figlia).

Il principe Ranieri e la principessa Grace hanno avuto tre figli:
Principessa Carolina Luisa Margherita, nata il 23 gennaio 1957
Principe Alberto Alessandro Luigi Pietro, Marchese di Baux, nato il 14 marzo 1958 e principe regnante di Monaco come Alberto II di Monaco
Principessa Stefania Maria Elisabetta, nata il 1º febbraio 1965
Il 13 settembre 1982, la Principessa rimase vittima di un incidente stradale: alla guida della sua Rover SD1, mentre percorreva la strada per Turbia nel comune di Cap d'Ail, poco lontano dal Principato di Monaco, ebbe un incidente in seguito al quale riportò due emorragie cerebrali, la prima lieve, mentre la seconda più grave. Morì il giorno successivo, all'età di 52 anni, senza mai aver ripreso conoscenza. La figlia Stephanie, che si trovava in auto con lei, riportò solo lievi ferite.

Diversamente dalla solita abitudine di farsi accompagnare dall'autista, quello sfortunato giorno era la Principessa stessa a guidare la propria auto. Ciò fu probabilmente dovuto al fatto che la sera seguente Grace Kelly avrebbe dovuto presenziare a un ricevimento, pertanto aveva fatto stirare un abito dalla governante e, per far sì che non si sciupasse, l'aveva fatto adagiare sui sedili posteriori; così facendo non vi era posto per una terza persona (cioè l'autista), e lei e la figlia presero posto nell'auto da sole. I medici in seguito determinarono che la Principessa aveva perso il controllo dell'auto per un malore, probabilmente un piccolo ictus cerebrale[1].

Poco prima della sua morte, Grace Kelly stava lavorando ad un nuovo film, Rearranged di Robert Dornhelm, a ventisei anni dalla sua ultima apparizione sul grande schermo. L'opera rimase incompleta per la scomparsa improvvisa dell'attrice, e il Principe Ranieri non volle che il film, del quale era stata girata già oltre un'ora, fosse distribuito.

lunedì 10 settembre 2012

MERAVIGLIOSO: RIMSHA E' STATA LIBERATA

QUALCHE ORA FA LA RIMSHA LA BAMBINA PAKISTANA AFFETTA DA SINDROME DI DOWN ED ACCUSATA DI BLASFEMIA PER AVER (SECONDO L'ACCUSA) BRUCIATO ALCUNE PAGINE DI UN LIBRO CONTENENTI VERSETTI DEL CORANO FINALMENTE

E' STATA LIBERATA

DA QUANTO SI APPRENDE LA BIMBA HA LASCIATO IL CARCERE IN LIBERTA' SU CAUZIONE ED E' STATA PORTATA IN UNA LOCALITA' SEGRETA A BORDO DI UN ELICOTTERO.

DOMANI DAREMO TUTTE LE INFO DEL CASO

11 SETTEMBRE 2001: PER NON DIMENTICARE

tratto da wikipedia

Gli attentati dell'11 settembre 2001 sono stati quattro attacchi suicidi da parte di terroristi di al-Qāʿida contro obiettivi civili e militari nel territorio degli Stati Uniti d'America.

La mattina dell'11 settembre 2001, 19 affiliati all'organizzazione terroristica di matrice islamica al-Qāʿida dirottarono quattro voli civili commerciali.[1][2] I dirottatori fecero intenzionalmente schiantare due degli aerei sulle torri 1 e 2 del World Trade Center di New York, causando poco dopo il collasso di entrambi i grattacieli e conseguenti gravi danni agli edifici vicini. Il terzo aereo di linea fu fatto schiantare dai dirottatori contro il Pentagono. Il quarto aereo, diretto contro il Campidoglio o la Casa Bianca a Washington,[3] si schiantò in un campo vicino Shanksville, nella Contea di Somerset (Pennsylvania), dopo che i passeggeri e i membri dell'equipaggio tentarono, senza riuscirci, di riprendere il controllo del velivolo.

Gli attacchi terroristici dell'11 settembre causarono circa 3 000 vittime.[4] Nell'attacco alle torri gemelle morirono 2 752 persone, tra queste 343 vigili del fuoco e 60 poliziotti.[5] La maggior parte delle vittime erano civili di 70 diverse nazionalità.[6]

Gli attacchi ebbero grandi conseguenze a livello mondiale: gli Stati Uniti d'America risposero dichiarando la "Guerra al terrorismo" e attaccando l'Afghanistan controllato dai Talebani, accusati di aver volontariamente ospitato i terroristi. Il parlamento statunitense approvò lo USA PATRIOT Act mentre altri stati rafforzarono la loro legislazione anti-terroristica, incrementando i poteri di polizia. Le borse rimasero chiuse quasi per una settimana, registrando enormi perdite subito dopo la riapertura, con quelle maggiori fatte registrare dalle compagnie aeree e di assicurazioni. L'economia della Lower Manhattan si fermò per via della distruzione di uffici del valore di miliardi di dollari.

I danni subiti dal Pentagono furono riparati dopo un anno e un piccolo monumento commemorativo fu costruito sul luogo. La ricostruzione del World Trade Center è invece stata più problematica, a seguito di controversie sorte riguardo ai possibili progetti e sui tempi necessari al loro completamento. La scelta della Freedom Tower per la ricostruzione del sito ha subito ampie critiche, conducendo all'abbandono di alcune parti del progetto originario

sabato 8 settembre 2012

8 SETTEMBRE 1943 ARMISTIZIO O TRADIMENTO??

La ricostruzione del proclama di Badoglio e le conseguenze sull'esercito italiano da Wikipedia
PIETRO BADOGLIO

Il proclama Badoglio dell'8 settembre 1943, che fece seguito a quello del generale Dwight D. Eisenhower delle 18.30,[1] trasmesso dai microfoni di radio Algeri, fu il discorso letto alle 19.42 dai microfoni dell'EIAR da parte del Capo del Governo, maresciallo d'Italia Pietro Badoglio con il quale si annunciava l'entrata in vigore dell'armistizio di Cassibile firmato con gli anglo-americani il giorno 3 dello stesso mese.Indice [nascondi]


Il proclama letto alla radio [modifica] « Il governo italiano, riconosciuta la impossibilità di continuare la impari lotta contro la soverchiante potenza avversaria, nell'intento di risparmiare ulteriori e più gravi sciagure alla Nazione ha chiesto un armistizio al generale Eisenhower, comandante in capo delle forze alleate anglo-americane.

La richiesta è stata accolta.

Conseguentemente, ogni atto di ostilità contro le forze anglo-americane deve cessare da parte delle forze italiane in ogni luogo.
Esse però reagiranno ad eventuali attacchi da qualsiasi altra provenienza »

Le conseguenze del proclama Badoglio
RE VITTORIO EMANUELE III

La fuga dalla Capitale dei vertici militari, del Capo del Governo Pietro Badoglio, del Re Vittorio Emanuele III, e di suo figlio Umberto dapprima verso Pescara, poi verso Brindisi, e la confusione, provocata soprattutto dall'utilizzo di una forma che non faceva comprendere il reale senso delle clausole armistiziali e che fu dai più invece erroneamente interpretata per la seconda volta come la fine della guerra, generarono ulteriore confusione presso tutte le forze armate italiane in tutti i vari fronti sui quali ancora combattevano, e che, lasciate senza precisi ordini, si sbandarono.[2] Oltre 600.000 soldati italiani vennero catturati dall'esercito germanico, e destinati a diversi Lager con la qualifica di I.M.I. (internati militari italiani) nelle settimane immediatamente successive.

Più del 50% dei soldati abbandonarono le armi e in abiti civili tornarono alle loro case. La ritorsione da parte degli ormai ex-alleati nazisti, i cui alti comandi, come quelli italiani[3] avevano appreso la notizia dalle intercettazioni del messaggio radio di Eisenhower, non si fece attendere tanto che fu immediatamente attuata "l'operazione Achse" (asse), ovvero l'occupazione militare di tutta la penisola italiana, il 9 settembre l'affondamento della Corazzata Roma alla quale nella notte precedente fu ordinato assieme a tutta la flotta della Regia Marina di far rotta verso Malta in ottemperanza alle clausole armistiziali anziché, come precedentemente stabilito, attaccare gli alleati impegnati nello sbarco di Salerno.

Nelle stesse ore una parte delle forze armate rimase fedele al Re Vittorio Emanuele III come la Divisione Acqui sull'isola di Cefalonia che fu annientata, una parte si diede alla macchia dando vita alle prime formazioni partigiane come la Brigata Maiella. Altri reparti, soprattutto al nord, come la Xª Flottiglia MAS e la MVSN, decisero di rimanere fedeli al suo vecchio alleato e al fascismo. Nonostante il proclama di Badoglio, gli alleati ostacolarono una massiccia e immediata scarcerazione dei prigionieri di guerra italiani.

CORSO SULLE TECNICHE DI APERTURA DEI CHAKRA

CORSO SULLE TECNICHE DI APERTURA DEI CHAKRA

Torino

13, 20 e 27 Settembre 2012

Apertura dei Chackra

Corso pratico per l'apprendimento
delle tecniche di apertura dei Chakra

con il Maestro indiano Mahi Mahendra Sirsat
in collaborazione con Tiber Prakash Spano

in collaborazione con Pranam Yoga Path School di Nagpur Maharastra



c/o il CENTRO AYURVEDICO KRISHNALILA

Via San Quintino 31 - Torino



Corso pratico sulle tecniche

di apertura dei Chackra

Corso pratico per l'apprendimento
delle tecniche di apertura dei Chakra

con il Maestro indiano Mahi Mahendra Sirsat
in collaborazione con Tiber Prakash Spano

Tre lezioni durante le quali il Maestro Mahi Sirsat
insegnerà ai praticanti le tecniche indiane di apertura dei chakra
secondo la tradizione Vallapuram Shanti Nam
del famoso Maestro Anand Chatta Prem,
di Khandigar piccolo villaggio della zona Himalayana dell'India,
dal quale Mahi Mahendra
ha direttamente appreso questa antichissima disciplina.

Questo corso è riservato a un numero ristretto e serio di partecipanti
dotati di sincera aspirazione all'apprendimento.

Il Centro Krishnalila al termine del corso
rilascerà un attestato di partecipazione.

Il costo di questo workshop è di euro 250,00 e le lezioni si terranno
Giovedi 13 - 20 e 27 Settembre presso il centro Krishnalila
in via San Quintino 31 a Torino
dalle ore 19 alle ore 21.

Dato il massimo numero di partecipanti ammissibili
per prendere parte all'evento è necessario effettuare
una preiscrizione inviando una email a:



per verificare la disponibilità di posti.

Successivamente, una volta confermata la disponibilità,
occorre perfezionare l'iscrizione compilando un apposito modulo
ed effettuanto il pagamento di un acconto di Euro 150,00
mentre il restante importo di Euro 100,00
dovrà essere versato al primo incontro.

L'iscrizione sarà ritenuta valida solo a pagamento avvenuto.

Il versamento dell'acconto può avvenire a 1/2 bonifico bancario
o con bollettino postale (richiedere le coordinate)
e il modulo inviato via email o via fax allo 011-0704497

oppure può essere fatto direttamente presso il Centro Krishnalila


oppure presso il ristorante Satprem di Torino

di via Piave 8 tel.011-436.66.80 abilitato alla raccolta.

Iniziativa a cura del

Centro GandhiTorino

in collaborazione con la

Comunità Indiana di Torino



e con il Centro Ayurvedico Krishnalila







Il numero di partecipanti, per ragioni tecniche di spazio e di accoglienza, è ASSOLUTAMENTE a numero chiuso e pertanto sarà data priorità a chi avrà confermato e perfezionato l'iscrizione.





Chi lo desidera potrà richiedere maggiori informazioni anche telefonicamente al numero 345-0604873



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ASSOCIAZIONE ITALIA-INDIA CENTRO CULTURALE GANDHITORINO - Tel: 345 - 0604873 - info@gandhitorino.net

giovedì 6 settembre 2012

VI PRESENTO LA MIA FUTURA CASA: IL KENIA.


IL POPOLO ANDINO DEI MAPUCHE

IL POPOLO DELLE ANDE CILENE: I MAPUCHE... 
fonte wikipedia

Mapuche (dalla fusione di due termini Mapudungun: Che, "Popolo" e Mapu, "della Terra") sono gli abitanti Amerindi originari del Cile Centrale e Meridionale e del Sud della Argentina (Regno di Araucanía e Patagonia). In Spagnolo sono anche indicati come araucanos (Araucani). Quanto all'origine di quest'ultima denominazione, due sono le scuole di pensiero: c'è chi sostiene che nasca dalla parola Quechua awqa (che significa ribelle), e chi invece giudica più attendibile la sua derivazione dal nome geografico Mapuche Ragko, che vuol dire "acqua argillosa".

I Mapuche hanno una economia basata sulla agricoltura; la loro organizzazione sociale è sviluppata in famiglie estese, sotto la direzione di un "lonko" o capo, sebbene in tempi di guerra si possano unire in gruppi più larghi ed eleggere un "toqui" ('portatore d'ascia') per guidarli.

I Mapuche sono una etnia variegata composta da numerosi gruppi che condividono tra loro una stessa struttura sociale, religiosa ed economica, così come una eredità linguistica comune. La loro influenza si estende tra il fiume Aconcagua e la pampa Argentina.


Suddivisione territoriale e etnie
I Mapuche si dividevano in differenti gruppi a seconda del territorio che occupavano. Si suppone che in principio fossero popoli differenti ma uniti da un idioma comune:
Pichunche (gente del nord). Ubicati tra i fiumi Choapa e Itata. La maggioranza era integrata all’Impero Inca.
Mapuches o araucanos propriamente tali, secondo le cronache dei realisti, protagonisti della Guerra di Arauco. Altre fonti li indicano con il nome di moluche o ngoluche (gente del ovest).
Huilliche (gente del sud). Ubicati tra il fiume Toltén ed il canale di Chacao.
Cuncos. Nord e est dell’isola di Chiloé, e molto somiglianti agli huilliche.

Durante i secoli XVII e XVIII iniziò un processo di espansione che causò il mescolarsi con popolazioni vicine ubicate ad est delle Ande (vale a dire territori corrispondenti all’attuale Argentina)
Poya (Inclusi i buriloche).
Pehuenche (In Mapundungún: "Gente del pehuén"). Vengono considerati un sottogruppo degli huarpe che viveva di caccia e raccolta di semi della pianta di pehuén (il cui nome scientifico è Araucaria araucana).

Tra la fine del secolo XVIII e l’anno 1875, ci fu una ulteriore processo di espansione Mapuche nei territori corrispondenti all’attuale Argentina:
Puelche (In Mapundugún: "Gente dell’est", nome che i Mapuche davano agli het e ai tsonek settentrionali (detti patagoni dagli Spagnoli), e che chiamavano sé stessi con il nome di genanken o gununakena.
Ranquel (in Mapundungún Rankul-che: gente dei canneti), di origine mista, e che furono i protagonisti, tra il 1580 ed il 1880, in quello che ai giorni nostri è territorio Argentino, delle cosiddette "Guerre contro l’huinca".

Attualmente, la suddivisione è leggeramente differente, e questo perché hanno assunto prevalenza i nomi in uso presso i Mapuche della IX Regione del Cile, ed è la seguente:
Pehuenche nell’Alto Biobío.
Lafkenches (gente del mare/gente dell’ovest) sulla costa delle province di Cautín e Valdivia.
Huilliches nelle province di Osorno e Chiloé. Tuttavia, va detto che gli huilliche di Chiloé preferiscono essere chiamati "veliches".
Nelle province di Malleco e Cautín si usano i nomi "nagche'" (gente di giù) per chi abita nella cosiddetta Depresión Intermedia e "wenteche" (gente di su) per quelli della Precordigliera andina, anche se va aggiunto che si tratta di denominazioni più con valenza territoriale che culturale.
Storia [modifica]

I Mapuche resistettero con successo a molti tentativi dell'Impero Inca tesi ad assoggettarli, e questo sebbene mancassero di una organizzazione propriamente statale.

I Mapuche combatterono contro i conquistadores e, usando il fiume Bío-Bío come frontiera naturale, riuscirono a resistere ai tentativi per colonizzarli dal 1500 al 1800. Questo conflitto è conosciuto come la Guerra di Arauco, guerra che è stata immortalata nei poemi epici di Alonso de Ercilla dal titolo La Araucana. Allorquando il Cile si mosse per separarsi dalla corona di Spagna, alcuni capi Mapuche appoggiarono i coloni. Una volta che il Cile riuscì effettivamente a raggiungere l'independenza dalla Spagna, i Mapuches - sebbene non fossero infrequenti degli scontri - tentarono una coesistenza pacifica ed una mescolanza con i nuovi vicini, che però decisero di rimanere uniti a nord del fiume Bío-Bío.

Infine, un discendente di filibustieri Francesi, di nome Orelie-Antoine de Tounens si autoproclamò Re di Araucania, si alleò con alcuni capi Mapuche, e attraverso combattimenti in cui usò il da poco nato e persuasivo fucile a ripetizione, spinse l'Esercito del Cile, nel decennio 1860, a porre termine alla Guerra di Arauco.

Il 17 novembre del 1860 venne così proclamato il Regno di Araucanía e Patagonia ed i capi Mapuche all'epoca in carica riconobbero Tounens loro re, con il nome di Orélie Antoine I.

Nei giorni seguenti, Tounens promulgò la costituzione del Regno e, il 20 novembre, dichiarò l'annessione della Patagonia, stabilendo come confini il fiume Biobío a nord, l'Oceano Pacifico a ovest, l'Oceano Atlantico a est ed il Rio Negro a sud, fino allo stretto di Magellano. Orélie-Antoine nominò quindi un governo, creò una bandiera nazionale e coniò una nuova moneta per la nazione, il peso.

Tounens si recò nella città di Valparaíso per rendere nota la formazione del nuovo Stato al governo del Cile, che allora aveva Manuel Montt alla presidenza, e che però si dimostrò per nulla disposto a riconoscere la nuova situazione. Il governo cileno ordinò infatti l'arresto di Tounens per turbamento dell'ordine pubblico: il francese, trasportato in una località sulle sponde del fiume Malleco, nel gennaio 1862, venne portato prima a Nacimiento e poi, sempre in Cile, a Los Ángeles dove fu condannato alla reclusione in manicomio. Il console francese riuscì a intervenire, facendolo portare in Europa.

Tolta di mezzo la per loro scomoda figura di Tounens - tre ulteriori tentativi del Francese, nel 1869, nel 1874, e nel 1876, vennero questa volta stroncati sul nascere - usando un misto di forza, diplomazia e inganno, il governo del Cile riuscì a far firmare ad alcuni capi Mapuche un trattato che incorporava nello Stato cileno i territori Araucani. Di fatto, questo comportò una situazione di dominio da parte del Cile sui Mapuche che avrebbe finito con il provocare la loro decimazione, tanto che, da mezzo milione che erano inizialmente, i Mapuche vennero ridotti ad appena 25.000 nell'arco di appena una generazione.[1]


I discendenti Mapuche vivono attualmente lungo i territori meridionali di Cile e Argentina; alcuni mantengono le proprie tradizioni e continuano a sostenersi attraverso l'agricoltura, ma una crescente maggioranza si è trasferita nelle città in cerca di migliori opportunità economiche. In anni recenti, tornata la democrazia, se da un lato c'è stato un tentativo da parte del governo del Cile per stemperare alcune delle inequità del passato - attraverso, per esempio, il riconoscimento dell'insegnamento del Mapudungun, il linguaggio dei Mapuche, nella zona di Temuco, ed interventi a favore della tutela della loro cultura - dall'altro è la maggioranza dei Mapuche a dichiararsi non solo insoddisfatta, ma addirittura ancora vittima di cocenti discriminazioni, incluso il ricorso ad arresti arbitrari. Per questo motivo, rappresentanti delle organizzazioni Mapuche si sono unite alla Organizzazione delle Nazioni e dei Popoli non rappresentati (UNPO) in cerca di riconoscimento e protezione per la loro cultura ed i loro diritti territoriali.
Cultura [modifica]

Bandiera Mapuche

Secondo i dati del censimento del 2002 sarebbero solo 604.349, vale a dire appena il 4% della popolazione Cilena, mentre circa 300.000 vivono sull'altro versante delle Ande, in Argentina. Inoltre, come già detto nella sezione storica, a causa della perdita delle proprie terre, molti Mapuche ora vivono in condizioni miserevoli in grandi città come Santiago. Ad ogni modo, la resistenza di questo popolo in difesa delle proprie radici continua, soprattutto contro le multinazionali (tra cui la Benetton) che operano su territori legati alla tradizione spirituale Mapuche, e contro il paradosso di leggi anti-terrorismo nate durante l'epoca della dittatura di Pinochet e che invece vengono ancora usate, di frequente, contro i capi della comunità Mapuche.
Organizzazione sociale [modifica]

L'organizzazione sociale dei Mapuche è basata principalmente sulle relazioni tra famiglie, laddove per famiglia si deve intendere il padre, le sue donne ed i figli. Quelle famiglie che avevano un antenato comune chiamavano il loro tipo di relazione lof, che però è stato erroneamente deformato dagli storici - quasi sempre - in lov. Le famiglie che formavano un lof vivevano in abitazioni vicine, denominate rucas, e si aiutavano tra loro; ognuno aveva come capo un lonco ("testa" in mapudungun),

In caso di guerra, si univano in gruppi più ampi, denominati rehues, formati da vari lof, che formavano un gruppo paragonabile a quello di una tribù. Presso ogni rehue esisteva un comandante militare chiamato toqui.

Di fronte a grandi calamità come saccheggi, epidemie, invasioni o ad altri gravi problemi che coinvolgessero grandi estensioni di territorio, vari rehues si riunivano a loro volta, e generavano i cosiddetti aillarehues, a capo dei quali c'era il Mapu-toqui (capo militare di una comarca in stato di guerra). Gli aillarehues acquisirono grande importanza durante le lotte contro gli Spagnoli, lotte che produssero una figura prima inesistente, denominata Butalmapus, ovverosia l'unione di vari aillarehues. I capi dei Butalmapus erano eletti dai toquis: sono quelli che nelle cronache scritte dagli Spagnoli vengono detti Gran toqui. Sono esistiti tre Butalmapus chaimati Lafquen-mapu (nella regione della costa), Lelfun-mapu (nella regione degli altopiani) e Inapire-mapu (nella regione a ridosso della cordigliera).
Arte e tecnica [modifica]

Già all'arrivo dei conquistadores, i Mapuche erano estremamente abili nell'usare strumenti di pietra, cosa che li ha resi capaci di creare forti e complesse strutture di difesa. Con rapidità, seppero però anche mutuare dagli Europei l'uso del cavallo e di manufatti metallici, con il risultato di rendere più efficace la loro resistenza agli invasori. Dagli Europei seppero altresì mutuare l'uso del grano e l'allevamento delle pecore. Altamente apprezzate sono poi le lavorazioni Mapuche in argento ed i loro prodotti tessili.
Lingua [modifica]

L'idioma Mapuche è parlato in Cile ed in piccole porzioni dell'Argentina. Due sono i suoi rami: l'Huilliche ed il Mapudungun. Sebbene non collegati al Quechua, è possibile riconoscere un qualche influsso lessicale. Le stime ci dicono che appena 200.000 sono però, in Cile, quanti riescono a parlarli fluentemente, anche perché il sostegno all'insegnamento, seppure presente, è effettivamente scarso.
Religione e mitologia [modifica]

La religione Mapuche si basa principalmente sul culto degli spiriti e degli antenati, chiamati genericamente pillán. A parte questi, si rende omaggio alle forze della natura, chiamati genericamente Ngen. Inoltre, i Mapuche credono nell'esistenza di un essere superiore che li governa, chiamato Ngenechén, formato principalmente da quattro aspetti principali, o persone, ma che prima della influenza cristiana su questa cultura erano in realtà spiriti distinti. Ad ogni modo, mai nacque nella loro cultura qualcosa apparentabile al pantheon di greci o germani.

La figura delle "Machi", ovverosia sciamane, un ruolo usualmente affidato alle donne più anziane, è una parte estremamente importante della cultura Mapuche, ancora oggi e a fianco del Cristianesimo. Le machi svolgono ceremonie per scacciare il male, per la pioggia, per la cura delle malattie, e posseggono una conoscenza estremamente vasta delle erbe medicinali Cilene, guadagnata attraverso un duro apprendistato. Cileni d'ogni origine e classe fanno uso delle principali erbe della tradizione Mapuche.

Nella mitologia mapuche un posto notevole occupa la leggenda della creazione della geografia del Cile, denominata "Storia di Cai Cai e Ten Ten": dice questa leggenda Mapuche che in origine esistevano due vipere, una chiamata Cai Cai, che era quella che dominava le acque, e l'altra chiamata Ten Ten, che dominava il fuoco. Un giorno Cai Cai si arrabbiò e con la propria coda (che era simile a quella di un pesce) iniziò a colpire le acque, le quali inondarono tutta la regione. Persone ed animali erano nella disperazione totale, dato che ormai quasi non restava terra senz'acqua e le acque non smettevano di crescere. Invocarono allora l'aiuto di Ten Ten, che prese tutti - animali e persone - sul proprio dorso, salvandoli dalla morte. Ma un giorno fu Ten Ten a incollerirsi, con conseguente eruzione di tutti i vulcani assieme, e che in Cile sono effettivamente numerosissimi, sicché la gente fu costretta a scappare verso luoghi più sicuri.
Musica [modifica]

La musica mapuche è principalmente religiosa, anche se esistono composizioni di genere amoroso e dedicate alla terra natale. Impiega strumenti percussivi come il cultrún, d'uso esclusivamente rituale, e le cascahuilla (in Spagnolo, cascabeles). Due strumenti tipici sono la trutruca, una canna cava con un corno al suo estremo, ed il trompe, che usa la gola come cassa di risonanza.

CASO RIMSHA: DOMANI SI DECIDE LA SUA SORTE

Domani dovrebbe essere il giorno decisivo per il futuro di Rimsha la piccola pakistana cristiana affetta dalla sindrome di down rinchiusa in carcere in quanto accusata da un imam (a sua volta incarcerato per aver manipolato le prove dell'accusa) di aver bruciato le pagine di un libro contenenti dei versetti del Corano. La ragazzina rischia in caso venga riconosciuta colpevole di essere condannata all'ergastolo. Infatti il presidente del Pakistan era intervenuto nei giorni scorsi per evitare la che la piccola rischiasse la pena di morta. Ora anche il consiglio degli Ulema del Pakistan è intervenuto chiedendo la liberazione della piccola. Nei giorni scorsi dopo una serie di udienze il processo era stato rinviato a venerdi a causa di uno sciopero degli avvocati. Domani la giornata decisiva.
APPELLI PER LA LIBERAZIONE DI RIMSHA

mercoledì 5 settembre 2012

I POPOLI DEL NILO: I TURKANA

DA WIKIPEDIA


I Turkana sono un popolo africano del gruppo nilotico. Abitano una regione geografica nota come Turkana, nel nord-ovest del Kenya, fino al Lago Turkana. Sono circa 450.000 (1999)[1] e parlano una lingua appartenente al gruppo delle lingue nilotiche orientali, nota come lingua turkana (il nome locale della lingua è Ng'aturk(w)ana). La regione abitata dai Turkana è adiacente a quelle abitate dai popoli Pokot, Rendille e Samburu dalla parte keniota, Karimojong verso l'Uganda, e Toposa verso il Sudan.

I Turkana chiamano sé stessi il popolo del bue grigio, in riferimento agli zebù, il cui addomesticamento svolse un ruolo importante nella storia dei Turkana. La pastorizia ha una posizione premimente nell'economia turkana; allevano soprattutto capre, cammelli, asini e pecore. Oltre che per la produzione di carne e di latte, il bestiame viene anche impiegato dai turkana come merce di scambio. È infatti usato per il pagamento del tributo che la famiglia del futuro marito paga a quella della sposa durante le contrattazioni che precedono un matrimonio. I Turkana sono poligami, e il numero di mogli che un uomo può procurarsi dipende dalla quantità di capi di bestiame che possiede.

La pesca, un tempo considerata un tabù, oggi sta cominciando lentamente a diffondersi in seguito all'azione di programmi di sviluppo coordinati dal governo kenyota o da ONG europee. Un recente programma di conversione alla pesca nella baia di Ferguson è però miseramente fallito e dopo qualche anno il progetto è stato definitivamente abbandonato; per questo si ritiene che anche gli altri progetti finiranno per non coinvolgere questa popolazione dedita soprattutto alla pastorizia.

Sono noti anche per i cestini intrecciati e per il grande numero di collane indossate dalle donne. Il numero di collane rappresenta la ricchezza della famiglia, per cui il loro numero può essere anche notevole.

La religione tradizionale era animista. Nella zona sono presenti comunità cattoliche per cui i Turkana stanno recentemente conoscendo una progressiva conversione al Cristianesimo.

martedì 4 settembre 2012

POPOLI DEL DESERTO: I TUAREG

da wikipedia

I Tuareg (con la g dura, scritto anche Tuaregh)[2] sono una popolazione berbera africana che vive nomade nel Sahara (soprattutto Mali e Niger ma anche in Algeria, Libia, Burkina Faso e perfino nel Ciad dove sono chiamati Kinnin).

La lingua tuareg (chiamata tamahaq, tamashek o tamajeq, a seconda dei parlanti) è un dialetto del berbero.

Il nome "twareg" è di origine araba: è un plurale arabo dalla parola Targi, "abitante della Targa" (targa in berbero significa "canale" e come toponimo indica il Fezzan). I Tuareg non si designano con questo nome, ma semplicemente come Kel tamahaq, cioè "coloro che parlano la tamahaq". Il termine arabo è di origine dialettale (arabo maghrebino), poiché l'arabo classico non conosce il suono g. Per questo, in ambito arabofono spesso questo nome viene "classicizzato" in Tawāriq.
Caratteristiche [modifica]

Per quanto riguarda il loro aspetto fisico, presentano statura anche molto alta, faccia lunga e stretta, corporatura robusta, capelli ed occhi scuri. La pelle può essere anche molto chiara, ma non di rado è bruno-scura.
Religione [modifica]

La religione che praticano è l'Islam, anche se vi è chi ha visto in diverse loro pratiche e leggende dei residui di un anteriore animismo. L'epoca precisa di adozione dell'Islam è controversa, ma comunque risale a diversi secoli fa. Le donne hanno una libertà maggiore rispetto ad altre culture islamiche, e tra l'altro possono divorziare dal marito. Quando ciò si verifica, dal momento che le tende sono di proprietà della donna, l'ex-marito si ritrova senza un tetto e deve cercare ospitalità presso parenti di sesso femminile (madre, sorelle).[3]
Cenni storici [modifica] Per approfondire, vedi la voce Cronologia tuareg.


Circa la storia più antica dei tuareg si sa poco di preciso. Ogni confederazione conserva tradizioni relative all'arrivo nelle sedi storiche. Spesso il progenitore ancestrale è una donna (per esempio Tin Hinan presso i tuareg del Nord), e quasi sempre si ricorda la presenza anteriore di altre popolazioni (gli Isebeten, dalla lingua un po' diversa e dai modi più primitivi).

Comunque sia, per secoli i Tuareg sono vissuti come dominatori del deserto, esercitando l'allevamento, il commercio transahariano e la razzia, il che portava a frequenti scontri tra tribù. Oggi allevano dromedari e vivono in villaggi provvisori formati da tende.

Sottomessi (almeno nominalmente) dai Francesi intorno agli inizi del Novecento, i Tuareg poterono mantenere a lungo i propri capi e le proprie tradizioni. Ma con la decolonizzazione videro il loro paese frammentato in una serie di Stati, con la conseguente creazione di frontiere e di barriere che rendevano estremamente difficile, quando non impossibile, il modo di vita tradizionale basato sul nomadismo. L'attrito con i governi al potere si fece sempre più forte e sfociò, negli anni novanta, in aperti scontri tra tuareg e i governi di Mali e Niger; l'intervento militare, che a volte ha massacrato la popolazione di interi villaggi (Tchin Tabaraden, Niger, maggio 1990), ha causato la morte di molte persone.

Soprattutto nel nord del Niger esistono ancora oggi gruppi di guerriglieri Tuareg che portano avanti la lotta armata per l'indipendenza e l'autodeterminazione politica e culturale del proprio popolo. Uno dei gruppi più famosi è il Movimento dei Nigeriani per la Giustizia (Mouvement des Nigériens pour la justice, MNJ), che, oltre alla libertà della gente Tuareg, richiede la democratizzazione della politica del Niger, la fine della repressione sul popolo Tuareg e la sua entrata nella politica decisionale nigerina, la liberazione dei propri prigionieri politici, la fine dello sfruttamento intensivo e colonialista del proprio popolo e delle proprie terre, una più equa ripartizione dei proventi che il governo di Niamey trae dalle miniere di uranio svendute alle multinazionali occidentali (come la francese Areva). Altro gruppo combattente è il Fronte delle Forze per il Risanamento (Front des forces de redressement, FFR). Il Fronte Patriottico del Niger (Front patriotique nigérien, NPF), altra formazione ribelle, ha già deposto le armi.
Società [modifica]

La società tuareg tradizionale è molto gerarchizzata. Al suo interno si distinguono diverse classi, vere e proprie "caste". In particolare, le tre classi principali sono:
Imajaghan (al nord: Ihaggaren): gli appartenenti alle tribù nobili
Imghad (o kel ulli "quelli delle capre"): i "tributari", gli appartenenti a tribù vassalle,
Iklan (singolare akli): gli schiavi negri (denominati anche Bella in lingua songhay e Buzu in lingua hausa).

Un ruolo a parte spetta poi a:
Ineslemen (= "i musulmani"): le tribù marabuttiche, cui viene di norma affidata la gestione del sacro.
inăḍăn: i fabbri, o artigiani, che costituiscono una classe a sé con forte endogamia.
Ighawellan (singolare Eghawel) e Iderfan (singolare aderef; al nord conosciuti anche col nome arabo di Harratin): antichi schiavi affrancati, al gradino inferiore degli uomini liberi ma in posizione superiore rispetto agli Iklan.

Con l'avvento della modernità, molte divisioni tradizionali sono oggi meno acute, se non del tutto scomparse, e in particolare gli "schiavi" non sono più tali, anche se spesso costituiscono, di fatto un personale a poco prezzo, al servizio dei loro antichi padroni.

Le entità collettive di appartenenza dei tuareg sono, dalla più piccola alla più grande: la famiglia, il clan, la tribù (tawshit, plurale tiwsatin) e la confederazione (ettebel). Le principali confederazioni sono:
Kel Ahaggar (Algeria)
Kel Ajjer (Algeria/Libia)
Kel Adagh (Nord del Mali)
Kel Air (Nord del Niger)
Iwellemmeden dell'est (Kel Denneg, Niger)
Iwellemmeden dell'ovest (Kel Ataram, Mali)
Kel Gress (sud del Niger)
Tuareg della curva del Niger (Mali)
Tuareg dell'Udalan (Burkina Faso)

Di norma le confederazioni hanno a capo un amenukal, mentre le tribù sono rette da un amghar. La successione è spesso, ma non sempre, matrilineare.

I Tuareg praticano la monogamia, anche se secondo l'Islam qualunque individuo potrebbe avere più mogli. Il futuro marito porterà una dote composta da dromedari alla famiglia della sposa. La tenda e il suo arredamento sono forniti alla coppia dalla famiglia della sposa, in caso di divorzio la proprietà resterà alla moglie e il marito si ritroverà senza tetto. Di norma, la coppia di sposi deve appartenere alla stessa casta.
Usi e tradizioni [modifica]

Ai Tuareg spetta il merito di aver introdotto l'utilizzo dei dromedari, animali resistenti, ideali per lunghi trasferimenti e utili fornitori di latte.

I Tuareg sono anche soprannominati "Uomini Blu", con riferimento alla tradizione degli uomini di coprirsi il capo ed il volto con un velo blu (la tagelmust), del cui colore rimangono alcune tracce sulla pelle.

I Tuareg portano un velo sulla testa di colore diverso secondo la casta da cui provengono: esso è indaco per i nobili e ricchi, nero per la gente comune e bianco per i servi e per gli schiavi[senza fonte]. Gli uomini della comunità hanno imparato a mangiare e a bere senza togliersi la tagelmust (il velo). Il velo è d'obbligo solo per gli uomini, mentre per le donne è necessario un velo che copra solo la testa.

I Tuareg usano in abbondanza i cosmetici, a scopo terapeutico contro le malattie dell'apparato visivo, quali l'oftalmia.

I giovani, abitualmente, si rasano la testa, mentre gli adulti, maschi e femmine, portano i capelli lunghi e intrecciati. Gli uomini, tradizionalmente, fanno crescere la barba ma sono privi di baffi, le donne curano l'estetica della pelle usando belletti e ocra rossa a scopo protettivo.

I Tuareg mantengono molti aspetti linguistici e culturali originari delle popolazioni berbere che popolano il Nordafrica dalla notte dei tempi. La lingua dei Tuareg, a differenza di quella dei Berberi del nord, ha un apporto trascurabile di prestiti dall'arabo. Inoltre i Tuareg hanno mantenuto fino ad oggi l'uso della scrittura tradizionale del Nordafrica, detta tifinagh, che discende da quella delle antiche iscrizioni libiche (I millennio a.C.).

La cultura tradizionale dei Tuareg ha conservato numerosi miti antichi, in cui non è difficile scorgere un fondo preislamico, anche se in molti casi si osserva un'integrazione tra elementi antichi ed elementi più recenti, di origine arabo-islamica. Per esempio i miti della progenitrice Tin Hinan, della dromedario Fakrou, dell'eroe fondatore Amerolqis, dell'astuto Aligurran, ecc.

CHE COS'E' LA SALMONELLOSI

CHE COS'E' LA SALMONELLOSI



Salmonella typhimurium
Image courtesy Rocky Mountain Laboratories, NIAID, NIH



Con il termine salmonellosi si intende un insieme di manifestazioni morbose causate da Salmonella spp., batteri normalmente presenti nell'apparato gastrointestinale di molti animali. Sono oltre duemila le specie di Salmonella che possono ritrovarsi nel tratto intestinale dell’uomo o degli animali (mammiferi, rettili, uccelli e insetti) sia come commensali sia come patogeni. Alcune Salmonelle (per es. S. typhi., S. paratyphi, responsabili della febbre tifoide e delle febbri enteriche in genere) sono a circolazione esclusivamente umana, mentre altre (S. typhimurium) responsabili delle salmonellosi a prevalente manifestazione gastroenteritica, hanno uno spettro di ospiti più largo, includente numerose specie animali oltre all’uomo.



La malattia nell’uomo

Nell'uomo la salmonellosi ha un tempo di incubazione che varia fra le 12 e le 72 ore; la gravità dei sintomi è variabile. Si va da semplici disturbi intestinali (crampi, alcune scariche diarroiche) che si risolvono nell'arco di 24 ore, sino a forme gravi di diarrea con disidratazione, insufficienza renale, febbre elevata, con esito fatale in alcuni casi. Le fonti di contagio sono rappresentate dall'ingestione di alimenti contaminati (soprattutto carne, uova, cibi precotti), dal contatto con portatori e dalla permanenza in ambiente ospedaliero. La via più comune d'infezione è quella orale (ingestione di cibi o liquidi contaminati), ma l'infezione si può verificare anche attraverso ferite, tagli o ulcere, per contatto di materiale contaminato con le congiuntive, od altre mucose (inalazione). Anche i rettili possono trasmettere l’infezione; infatti si calcola che circa il 90% dei rettili sia portatore di salmonelle. In ogni caso, per un adulto sano, le possibilità di contrarre l’infezione a seguito di un contatto con tali microrganismi sono piuttosto basse. Sono invece a maggior rischio tutti i soggetti più recettivi, come i neonati ed i bambini con meno di 6 anni, le donne in gravidanza (per i rischi al feto), gli anziani, gli ammalati ed i soggetti immunodepressi.

La diffusione delle salmonellosi cosiddette “minori”, che riconoscono negli animali il loro serbatoio, è in continuo aumento; sono state descritte epidemie da ingestione di uova, latte non pastorizzato, o anche da frutta o ortaggi (meloni, pomodori, patate) preparati su piani di lavoro contaminati da prodotti di origine animale. Le salmonelle non tifoidee inducono una sintomatologia gastroenterica caratterizzata da un breve periodo d’incubazione, scariche di feci non molto voluminose senza sangue e muco.











A tale sintomatologia si accompagna talora febbre con brividi, nausea, cefalea e mialgie. La sintomatologia può regredire spontaneamente in circa 10 giorni ma in casi particolari può provocare disidratazione o dare localizzazioni extraintestinali (endocardio, sistema nervoso centrale, polmoni, ossa, articolazioni), specie in neonati, anziani o soggetti defedati . L’eliminazione dei germi con le feci può persistere per 1-6 mesi.



La diagnosi di certezza si ha con l’isolamento del microrganismo da coltura di feci, sangue, urina, o essudati, mentre la diagnostica sierologica ha scarsa importanza pratica. La terapia si basa principalmente sulla reidratazione e sulla correzione delle alterazioni elettrolitiche. L’uso degli antibiotici (chinoloni, cotrimoxazolo, amoxicillina), che possono prolungare lo stato di portatore, andrebbe limitato ai pazienti immunodepressi, o in caso di localizzazioni extraintestinali. La profilassi si basa sulle precauzioni di ordine igienico e comportamentale evitando di consumare uova crude o di contaminare altri cibi consumati crudi. A causa della grande varietà di Salmonelle non-tifoidee esistenti non è stato ancora possibile mettere a punto un vaccino.





Trasmissione



La trasmissione avviene solitamente per ingestione di alimenti contaminati da feci di uomini o animali infetti. In particolare uova crude e poco cotte o preparazioni gastronomiche che utilizzino uova crude come maionese, zabaione e gelati preparati in casa, ma anche carne e derivati della carne, latte crudo e latticini e acqua contaminata. Recenti epidemie di salmonellosi sono state imputate anche al consumo di frutta e verdura fresca.

E' possibile la a trasmissione diretta attraverso il contatto con rettili, anfibi, pulcini e anatroccoli che deve essere evitato soprattutto dai bambini e in particolare dai soggetti immunocompromessi.









Diffusione



E'una malattia diffusa in tutto il mondo anche se viene maggiormente segnalata nei paesi occidentali a causa del miglior sistema di controllo operante in queste regioni, tuttavia si stima che solo l'l% dei casi clinici venga notificato. L'infezione da salmonella si può verificare contemporaneamente in diversi soggetti soprattutto se questi convivono (scuole, asili, ospedali, case di riposo) o hanno avuto accesso alle stesse fonti alimentari (mense, ristoranti). Si calcola che i casi di salmonellosi nei soli Stati Uniti siano circa cinque milioni ogni anno, tra cui si annoverano epidemie causate da acqua potabile non clorata (25.000 casi) e da latte non opportunamente pastorizzato (285.000 casi).

Molti animali domestici e selvatici possono fungere da serbatoio, polli, suini, bovini e roditori, così come tartarughe, iguane, cani, gatti e pulcini tenuti in casa come animali d'affezione. Anche l'uomo quando colpito da forme lievi, non diagnosticate o nel periodo di convalescenza può rappresentare un serbatoio di salmonelle. I casi di portatori cronici sono più frequenti tre gli animali che tra gli uomini.


Prevenzione


Educazione sanitaria sulla preparazione e il consumo degli alimenti


Evitare che persone con diarrea preparino alimenti destinati alla ristorazione collettiva e assistano soggetti a rischio (bambini, anziani, ammalati)


Controllare gli animali domestici potenzialmente portatori di salmonelle ( anatroccoli, pulcini e tartarughe)


Evitare la convivenza tra animali domestici potenzialmente portatori di salmonelle e bambini immunocompromessi







Per gli addetti alla preparazione di alimenti:


lavarsi le mani prima, durante e dopo la preparazione del cibo


usare piccoli contenitori per refrigerare il cibo


cuocere accuratamente gli alimenti di origine animale, in particolare, uova, carni di maiale e di pollo


impedire la contaminazione degli alimenti dopo la cottura


mantenere la cucina e gli strumenti utilizzati per la preparazione dei cibi in buone condizioni igieniche.


mettere in atto misure per la protezione da insetti e roditori

IL POPOLO DEI KIKUYU (KENIA)

Ho parecchi amici Kikuyu a loro voglio dedicare questo post e queste immagini. ovviamente le info sono tratte da wikipedia.
Storia


La storia antica dei Kikuyu è strettamente legata a quella degli altri popoli bantu della zona del Monte Kenya. Ritengono che gli altri gruppi etnici di questa zona fossero originariamente Kikuyu essi stessi, e che il dio Ngai li abbia divisi (e trasferiti altrove) per evitare che i Kikuyu diventassero troppo numerosi. I Kikuyu ritenevano di essere i prediletti di Ngai e difesero sempre strenuamente la loro terra; particolarmente conflittuale fu il rapporto con i Masai.

I Kikuyu furono uno dei gruppi etnici più ostili ai colonizzatori inglesi. Secondo un racconto tramandato dagli anziani, il saggio Moro wa Kebiro aveva previsto che i "Mothongo" ("coloro che passano", ovvero gli inglesi che i Kikuyu avvistavano a volte nei pressi del loro territorio) avrebbero portato la carestia e il pianto: "non permettete che passino accanto alle vostre case, perché subito le vorranno". Nelle lotte per l'indipendenza kenyota i Kikuyu svolsero un ruolo notevole; da questa etnia provenivano anche la gran parte dei ribelli Mau-Mau. Il primo presidente del Kenya, Jomo Kenyatta, era un Kikuyu.
Cultura [modifica]
Mito dell'origine e religione [modifica]

Donna Kikuyu


Nella religione tradizionale kikuyu esiste un solo dio, chiamato Ngai o Mogai (adorato anche da Maasai e Kamba). Ngai vive sulla cima del Monte Kenya, che i Kikuyu chiamano KirinYaga o KerenYaga; qui egli assume la forma di MweneYaga, "potere soprannaturale". All'origine dei tempi, Ngai creò l'acqua, la terra, la foresta, la savana, le montagne e il deserto. Poiché si sentiva solo, cercò un compagno nel suo cuore, e trovò un uomo buono e giusto di nome Kikuyu, che lo venerava. Ngai portò Kikuyu sul Monte Kenya, per mostrargli dall'alto il mondo che aveva preparato per lui. Quindi, disse a Kikuyu di costruire la propria casa a Mokorwe wa Gathanga, dove crescono i fichi selvatici sacri, Mikoyo.

Quando Kikuyu giunse a Mokorwe wa Gathanga, specchiandosi nell'acqua, vide alle proprie spalle la donna, e la chiamò Mumbi, "la modellatrice". Da Mumbi Kikuyu ebbe nove figlie: Acira, Agaciko, Airimo, Ambui, Angare, Angiru, Angui, Etaga e Aiterando. Kikuyu pregò Ngai di dar loro marito, e Ngai creò per loro nove uomini, a condizione che tutti vivessero accanto al padre, che le donne fossero capofamiglia e che loro fossero gli attrezzi per lavorare i campi. Dalle nove famiglie nacquero i nove principali clan (muherega) dell'etnia kikuyu, i cui nomi ricordano quello delle madri ancestrali (Wacira, Wagaciko, Wairimo, Wambui, Wangare, Wangiru, Wangui, Wetaga e Waiterando).

Col passar del tempo, le donne si fecero crudeli e autoritarie, imponendo agli uomini anziani compiti troppo gravosi e praticando la poliandria con i più giovani. Per opporsi a queste ingiustizie, gli uomini si misero d'accordo in modo da mettere incinte tutte le donne nello stesso momento, in modo da poter approfittare della loro debolezza e riprendere il potere conquistando gli attrezzi per lavorare i campi. La rivolta ebbe successo e mise fine al matriarcato presso i Kikuyu. Venne ripristinato il rispetto degli anziani e i lavori più gravosi furono affidati agli uomini giovani. Il potere fu affidato a capi-clan anziani, ma anche questi finirono per abusare del proprio potere. Una generazione di giovani chiamata Mwangi si ribellò e stabilì le basi del nuovo sistema Irongo, nel quale giovani e anziani si sarebbero alternati al potere ogni quarant'anni circa, durante la cerimonia dell'Itikwa.
Società [modifica]

Quando i Kikuyu incontrarono gli Europei, la società kikuyu era ancora basata sull'Irongo. Durante il colonialismo, gli inglesi si opposero a questo sistema e lo abolirono definitivamente nel 1925.

Attualmente, la società kikuyu è organizzata secondo tre tipi di strutture: la famiglia, con discendenza patrilinea, la tribù (mbari), e una suddivisione basata sull'età e sul sesso (i riika). Il potere è esercitato da un complesso sistema di assemblee (kiama) di diversi livelli e con diversi gradi d'autorità, ma sempre con meccanismi decisionali basati sul consenso collegiale. Il passaggio di un individuo da un kiama a un altro di livello superiore è associato a requisiti relativi alla struttura familiare (per esempio, il numero di figli) e viene pagato con una capra da sacrificare durante la cerimonia della "promozione".

Fatta eccezione per i convertiti al Cristianesimo, i Kikuyu sono poligami. La moglie più anziana gode di un particolare rispetto ma non esiste una struttura gerarchica vera e propria fra le mogli. Ogni moglie accudisce i propri figli; il legame fra fratellastri è sentito ma molto inferiore rispetto a quello fra fratelli figli della stessa madre.

I Kikuyu sono un popolo di agricoltori, e il tema possesso della terra è onnipresente nella loro cultura; per esempio, i giuramenti vengono fatti con una manciata di terriccio in mano. Ai giovani maschi appartenenti al "gruppo d'età" dei guerrieri è affidato il compito fondamentale di proteggere il terreno. La terra è considerata proprietà familiare, e il capofamiglia può disporne; alla sua morte, questo potere passa al figlio maggiore.
Riti tradizionali [modifica]

Uno dei primi riti nella vita di un Kikuyu è la perforazione del bordo superiore dell'orecchio (ndoghera), intorno ai 4 o 5 anni. Il lobo viene perforato intorno agli 11 anni, e in quella circostanza il padrino (uno zio materno) riserverà alcune delle proprie capre, che serviranno in seguito per pagare il prezzo associato ai successivi riti di passaggio. Il processo del passaggio all'età adulta si completa con la circoncisione (intorno ai 12-15 anni; un tempo questa cerimonia si teneva più tardi, fra i 18 e i 20). L'iniziazione delle donne culmina invece nella clitoridectomia.

Il rito successivo all'iniziazione all'età adulta è il matrimonio. Le ragazze in età da marito indossano i loro gioielli migliori, e il pretendente si presenta alla famiglia con una frase convenzionale: "non mi chiedete cosa mi ha portato a farvi visita?". Segue un periodo di trattativa per stabilire l'ammontare della dote che la famiglia dello sposo verserà alla madre della sposa. Il matrimonio è preceduto da un "rapimento" rituale della sposa da parte delle donne della famiglia dello sposo, che portano la ragazza nella capanna dello sposo, fra canti e danze. Quando i due novelli sposi escono dalla capanna, la moglie prende dal fuoco una spalla di capra arrostita e pronuncia un'altra frase rituale: "anche quando non sarai in grado di provvedere al tuo stesso cibo, resterò al tuo fianco". Le donne del clan della sposa ripetono lo stesso gesto rivolgendosi ai parenti maschi dello sposo, dicendo: "siamo ormai parenti". La sposa quindi versa del latte fermentato detto ucciorro allo sposo, e dice: "d'ora in poi sarò io a ubriacarti". Lo sciamano (mondomogo) conclude la cerimonia invocando gli spiriti.
Kikuyu celebri
All'etnia kikuyu appartengono sia Jomo Kenyatta, primo presidente del Kenya, che Mwai Kibaki, terzo presidente. Uno dei più celebri autori della letteratura africana, Ngugi wa Thiong'o, è un kikuyu; dopo le prime opere in inglese, Ngugi ha preso a scrivere soprattutto in gikuyu e swahili.

Wangari Maathai, Premio Nobel per la pace nel 2004, appartiene all'etnia Kikuyu.

lunedì 3 settembre 2012

CHI SONO GLI ULEMA NELL'ISLAM

da wikipedia.

Gli ulema (arabo: علماء, `Ulamā, singolare `Ālim) sono i dotti musulmani di "scienze religiose" (‘ulùm al-diniyya). In area iranofona il termine maggiormente usato è quello di mullā o mollā che deriva dal termine arabo "mawlā", da tradurre come 'signore' o 'maestro': termine con cui ci si rivolge ai dotti musulmani.

Letteralmente il termine significa "sapienti, dotti, saggi" ma la loro scienza non è quella delle cosiddette scienze esatte bensì quella, ritenuta dall'Islam più significante, della conoscenza della Volontà di Dio, il più delle volte difficile da penetrare.

Di conseguenza al termine non può riferirsi il filosofo (Faylasuf), che ama certamente indagare con le armi del raziocinio, nel convincimento che la ragione umana possa giungere a comprendere in tutto o in parte il Mistero divino: concezione contro la quale si esprime tuttavia la stragrande maggioranza dei musulmani che considera questo iter gnoseologico (conoscitivo) assai improbabile, se non addirittura impossibile, secondo lo stesso principio che guidò, prima della Tomistica, i teologi cristiani - tra cui Giovanni Scoto Eriugena - che affermavano l'inconoscibilità di Dio se non per Grazia ricevuta. Tale cammino gnoseologico può e deve invece avvenire (secondo i dotti) solo percorrendo e applicando alla lettera la Rivelazione, senza mai discostarsene in modo marcato, sia pure a livello d'interpretazione, aprendo le porte alle correnti "fondamentalistiche" e "letteralistiche" dell'Islam.
Studi del Corano e della Sunna (che insieme formano, sotto un profilo giuridico, la Sharì'a) sono quelli che formano la conoscenza della Via che Dio impone all'uomo di percorrere. Quanti si rifanno al misticismo - che, in ambito islamico, meglio sarebbe definire "esoterismo" (sufismo) - o, appunto, alla filosofia, non sarebbero quindi tecnicamente definibili ‘ulamā’ .