lunedì 18 maggio 2015

IL SINDACO DI BRINDISI DEVE STARE AL SUO POSTO

Mimmo Consales Sindaco di Brindisi

Ho alle spalle dieci anni di consiglio comunale, 5 come consigliere revisore dei conti (cosi funzionavano le cose prima della riforma del 1990 quando i revisori divennero esterni) e cinque come presidente della commissione bilancio del comune. Commissione Bilancio che per una questione di controllo era affidata ad un esponente della minoranza, sono stato anche quattro anni consigliere di amministrazione del più grande consorzio delle acque agricole della Lombardia. Questa premessa non la scrivo per chissà quali motivi ma per dire che in quindici anni di attività pubblica amministrativa è la prima volta che mi capita di sentire che i revisori dei conti di una città, e di una città importante quale quella di Brindisi non hanno depositato il parere sul bilancio consuntivo a meno di 15 giorni dal termine ultimo previsto, e che a causa della mancanza di questo parere il consiglio comunale rischia lo scoglimento. Siamo oltre ogni limite di decenza e di democrazia. E il sindaco Consales deve stare al suo posto, cosi come mi auguro che il prefetto non solo consenta al sindaco di far slittare i tempi, ma richiami e sanzioni pesantemente i due docenti universitari che pur essendo profumatamente pagati non hanno fatto il loro dovere. Il revisore dei conti è un organo istituzionale previsto dalla legge, organo indipendente che deve dare un parere positivo o contrario ai conti dell'esercizio di bilancio dell'anno precedente (in questo caso stiamo parlando del 2014) e per fare questo hanno tempo quasi cinque mesi (il 29 maggio scade il termine di approvazione del consutivo da parte del consiglio comunale). Facciamo pure che il comune abbia tardato a consegnare la documentazione,  i revisori avrebbero potuto esprimere parere negativo motivandolo con la assenza di tempo utile per la consultazione dei documenti, poi sarebbe stato il consiglio comunale ad assumersi l'onere politico di un eventuale approvazione contro il parere dei revisori, o in via alternativa bocciare il bilancio e mandare a casa il sindaco. Ma deve essere il consiglio, non i revisori dei conti. Siamo davanti ad un vero e proprio golpe comunale, dove il consiglio comunale e di conseguenza la giunta rischiano di essere mandati a casa anzitempo per una vera e propria porcata che non ha precedenti nella storia della Repubblica Italiana. Consales può piacere o non piacere,( io l'ho incontrato una sola volta per una conferenza stampa con l'associazione che presiedo), ma questo non da diritto ai revisori dei conti di non presentare il parere di bilancio. C'è un blocco della vita amministrativa che potrebbe avere gravi conseguenze sia sul piano politico, con il rischio di scioglimento del consiglio stesso, ma sopratutto il rischio è quello di una paralisi amministrativa e di blocco delle attività della città. Quindi qui la partita a mio avviso si gioca su due binari. Il primo assolutamente ovvio è che il prefetto deve dare la proroga al comune di Brindisi, e poi sarà il consiglio comunale nella sua sovranità a decidere se approvare o meno il bilancio consuntivo. Il secondo è di natura penale. Io credo che il sindaco Consales debba valutare l'ipotesi di denunciare alla magistratura ordinaria ed ai propri ordini professionali i due insigni professori universitari revisori lazzaroni, perchè con il loro atto sovvertitore non solo bloccano il consiglio ma anche la città nelle sue opere di sviluppo. Per dirla in soldoni questi signori potrebbero essere i responsabili del mancato pagamento di opere pubbliche, del mancato rinnovo di contratti di solidarietà e anche di qualcosa di molto molto peggio. Su questo credo che Consales abbia tutto il diritto di chiedere un intervento al ministro Alfano e allo stesso capo del governo. Siamo di fronte alla peggiore delle porcate politiche che mi sia capitato di vedere, porcata per giunta assolutamente illegittima e arbitraria da parte di due professori universitari che per lazzaronaggine rischiano di bloccare una città. In altre culture sarebbero stati lapidati o fucilati alle spalle per alto tradimento.
Lorenzo Croce

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