domenica 3 luglio 2016

DUE VITTIME LOMBARDE TRA GLI ITALIANI UCCISI A DACCA



Ci sono due vittime lombarde tra i nove italiani uccisi durante l'attacco dell'Is a Dacca. Sono Maria Riboli 34 anni di Alzano Lombardo (Bergamo) e Claudio Cappelli, 45 anni, di Barzanò (Lecco).


Mamma di una bimba di 3 anni, spesso in giro per il mondo per il suo lavoro in un'impresa che si occupa di abbigliamento, Maria Riboli avrebbe compiuto 34 anni il prossimo 3 settembre. La vittima bergamasca dell'attentato terroristico di Dacca era nata ad Alzano Lombardo, in valle Seriana. La sua famiglia è originaria di Borgo di Terzo, piccolo centro della valle Cavallina. Dopo il matrimonio, celebrato il 21 marzo 2006, Maria Riboli si era trasferita con il marito Simone Codara a Solza, paese di duemila abitanti dell'Isola bergamasca, oggi scosso per la notizia della morte della giovane concittadina e mamma.



Maria Riboli da diversi mesi era in Bangladesh. In particolare venerdì sera era all'interno dell'Holey Artisan Bakery, il locale teatro dell'attentato. Da quanto si è appreso, la donna era seduta a un tavolino con alcune persone, pare cinque, tutte italiane, quando uno degli attentatori avrebbe lanciato una granata, finita proprio sotto il loro tavolino. L'esplosione avrebbe causato la morte istantanea della trentatreenne e degli altri avventori.



La famiglia di Maria, al telefono, preferisce non parlare e chiede di poter restare sola con il proprio dolore. Anche i vicini mantengono un riserbo rispettoso della volontà dei parenti. Tutti ora cercano di affrontare la tragedia che definiscono "impensabile" e di stare vicino alla bimba di Maria, che non ha ancora compiuto 3 anni e che è in queste ore è a casa della nonna.Claudio Cappelli era nato a Palermo e risiedeva con la moglie, figlia del proprietario della Fratelli Beretta Salumi, e con la figlioletta di 6 anni a Vedano al Lambro (Monza). Cappelli era era titolare di una impresa nel settore tessile che produceva t-shirt, magliette, abbigliamento in genere e anche intimo. Lo ricorda il console generale onorario del Bangladesh in Veneto, l'avvocato Gianalberto Scarpa Basteri: "Ci eravamo conosciuti lo scorso 14 giugno in un incontro al Consolato generale del Paese asiatico a Milano in cui gli imprenditori italiani avevano illustrato le loro esperienze nello stato che rappresento. Diceva di avere avuto una esperienza positiva e di essere contentissimo. - continua il console - Era da più di 5 anni impegnato in questa 'avventura'. Era entusiasta e diceva che era un Paese dove si poteva lavorare molto bene".

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