venerdì 29 marzo 2019

NICARAGUA.LA REPRESSIONE NON SPEGNE IL SOGNO PACIFICO DI LIBERTA'

Il 18 Aprile per il Nicaragua è una giornata importante, in quel giorno infatti cade la ricorrenza del primo anno della resistenza civica pacifica al governo sandinista di Daniel Ortega. Dal 18 aprile del 2018 infatti centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza quasi ogni giorno per chiedere libertà e democrazia, per chiedere la fine di un governo e di un regime che nato dalla speranza della rivoluzione sandinista oggi è solo uno dei tanti regimi che soffoca nella repressione e nel sangue la richiesta di libertà, che in Nicaragua vede la gente scendere in piazza pacificamente per alimentare un vero e proprio sogno pacifico di libertà. Ma la risposta del regime di Daniel Ortega alla richiesta legittima di un popolo è stato un bagno di sangue. Abbiamo incontrato nei giorni scorsi un gruppo di donne del Nicaragua che vivono a Milano, sono poche una trentina in totale ed abbiamo sentito dalla loro viva voce quanto accade davvero in quell'angolo di paradiso, trasformato dal dittatore in un vero inferno. Innanzitutto i numeri. In un anno sono oltre 600 i prigionieri politici di cui si chiede la immediata liberazione, 400 gli omicidi (persone spesso uccise dai cecchini) dal 18 aprile del 2018 ad oggi. Oltre 30.000 persone hanno scelto l'esilio volontario solo in questo ultimo anno, ma qualcuno parla di 60.000 esiliati. Ma le storie raccontate da queste donne vanno oltre, arrivano a parlare di torture e di persone uccise mentre pacificamente andavano a manifestare il loro sogno di libertà, ma quel sogno non si è spento e proprio a Milano riaccenderà la fiaccola il prossimo 14 aprile alle 16.30 davanti alla fontana del castello Sforzesco in Piazza Cairoli dove le donne e gli esuli nicaraguensi a Milano si sono dati appuntamento per una importantissima manifestazione alla quale chiediamo che partecipi tutta la Milano dei diritti. C'è in gioco la vita di un popolo, la vita di tanti singoli cittadini, un sogno di libertà pacifico che Ortega vorrebbe spezzare nel sangue e che per questo ci deve veder presenti e consapevoli al fianco di queste donne che lottano per loro e per la loro terra, le loro famiglie ed i loro figli, e noi saremo al loro fianco a lottare con loro e per loro.

1 commento:

Unknown ha detto...

Bisognerebbe fare un lavoro di lobby verso i politici, locali e nazionali, gli amministratori, i sindacati, le ong, le associazioni culturali e della società civile affinché anche l'Italia faccia passi concreti per isolare la dittatura di Ortega e fare alla fine prevalere la libertà e la giustizia.