domenica 1 giugno 2014

CARCERI: PARLA IL PRESIDENTE ALESSANDRO GIUNGI

riporto con immenso piacere un intervento del presidente della commissione consigliare sulle Carceri della città di Milano Alessandro Giungi
alessandro giungi

Seduta consiliare del 28 aprile 2014

INTERVENTO AI SENSI DELL’ART 21
SEDUTA DEL CONSIGLIO COMUNALE DEL 28 APRILE 2014 Il Presidente Rizzo dà la parola al consigliere Giungi.
Il consigliere Giungi così interviene:
nno affrontato lo stesso tema, quello della situazione all’interno delle nostre carceri: Papa Francesco, il Presidente Napolitano e Marco Pannella hanno voluto ricordarci, ovviamente ognuno con le diverse modalità, che in Italia dobbiamo ancora risolvere il problema del sovraffollamento delle celle e in generale dobbiamo dare seguito all’applicazione dell’articolo 21 della nostra Costituzione, che prevede che la pena abbia un valore rieducativo nei confronti dei detenuti. Il nostro Paese, a tal proposito, è anche chiamato a rispondere alla condanna della Corte europea dei diritti dell’uomo, a seguito della sentenza Torregiani, che ha punito l’Italia un anno fa, per il sovraffollamento disumano e degradante dei nostri penitenziari. Resta tempo fino al 28 maggio per porre rimedio a quanto segnalato e denunciato dalla CEDU; un’eventuale inadempienza comporterà, oltre che il perdurare di un’inaccettabile situazione di violazione dei diritti umani, anche conseguenze economiche molto gravi per il nostro Paese, sia a seguito di pesanti sanzioni da parte di organismi europei, sia a seguito delle condanne risarcitorie, a cui l’Italia sarà tenuta verso quei detenuti che le avranno intentato causa per la situazione e le modalità con cui hanno trascorso la loro detenzione. Ma la situazione attuale è ben lontana dall’essere sistemata. Gli
“Grazie, Presidente. In questi giorni, tre voci diverse tra loro h
aultimi dati segnalano un totale di 60.197 detenuti, a fronte di una capienza di 48.309; ci sono, pertanto, ancora 11.888 persone ristrette e in sovrappiù rispetto a quanto sarebbe la massima capienza regolamentare delle nostre carceri; in particolare, in Lombardia, a fronte di 5.920 posti, sono effettivamente recluse 8.678 persone, 2.758 in più rispetto alla capienza regolamentare. Questi sono numeri che forse non dicono molto se presi solo come dati statistici, ma stanno a significare che ad oggi in Italia, per quel che riguarda le carceri, vi è un situazione di mancato rispetto delle regole e dei diritti umani.
Devo ricordare che al carcere di San Vittore, al sesto raggio, vi era una situazione di sovraffollamento intollerabile, ora in fase di lento miglioramento: fino a sette detenuti in una cella, che ne potrebbe contenere due o tre. Questo vuol dire letti a castello alti fino al soffitto, impossibilità, per mancanza fisica di spazio, di poter stare tutti e sette i detenuti contemporaneamente in piedi nella cella.
dizioni di salute”.
Ci tengo a precisare che la colpa non è di chi dirige San Vittore; davanti alla mancanza di spazi e a due raggi chiusi da anni, perché inagibili, c’è un continuo invio di detenuti che in qualche modo devono ovviamente essere collocati; e davvero quello che io ritengo inspiegabile e poco tollerabile è il fatto che solo a seguito dell’intervento di soggetti autorevolissimi come il Presidente della Repubblica o il Santo Padre oppure per far fronte a una condanna della Corte europea dei diritti dell’uomo, in Italia si discuta di carceri e delle condizioni in cui in esse si vive; forse nel nostro Paese c’è una specie di rimozione del problema carceri, che però risulta incomprensibile e rifiuto a priori gli interventi legislativi diretti a rendere meno pesante il carico di detenuti nelle carceri è un indice di tale rimozione, come se negare il problema, lo risolvesse, ma purtroppo così non è. Dato che all’inizio del mio intervento ho citato Marco Pannella, gli dedico ovviamente un pensiero e un in bocca al lupo per le sue co
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