Papa Francesco incontra un gruppo di familiari dei militari caduti e feriti nelle missioni di pace.
La messa a Santa Marta e poi il ricordo e la preghiera all'Angelus
“Questa mattina ho celebrato la
Santa Messa con alcuni militari e con i parenti di alcuni caduti nelle
missioni di pace che cercano di promuovere la riconciliazione e la pace
in Paesi in cui si sparge ancora tanto sangue fraterno in guerre, che
sono sempre una follia”. Ha detto al termine della recita dell’Angelus,
Papa Francesco. “Tutto si perde con la guerra - ha dichiarato con
forza il Santo Padre - tutto si guadagna con la pace. Chiedo una
preghiera per i caduti, i feriti e i loro familiari”. L’invito del
Pontefice è stato accolto da un grande applauso. “Facciamo insieme
adesso in silenzio, nel nostro cuore, tutti insieme, una preghiera per i
caduti, i feriti e i loro familiari. In silenzio”, ha esortato il
Papa.
Nella Cappella della Casa Santa Marta, infatti, il Pontefice aveva celebrato la S. Messa con un gruppo di genitori di militari caduti e da alcuni militari feriti nelle missioni di pace. Circa 80 persone, guidate dall’Arcivescovo Vincenzo Pelvi che, al termine della celebrazione eucaristica, ha presentato personalmente al Santo Padre.
Commovente l’incontro con i genitori che hanno chiesto una preghiera per i loro figli e nello stesso tempo assicurato la loro preghiera per il Papa, e l’abbraccio ai feriti che resterà “impresso per sempre nella loro memoria”: come raccontano appena usciti da Santa Marta.
Davanti a loro, che stringevano oggetti ed immagini dei loro cari, il Pontefice ha lanciato un monito duro contro gli interessi economici che stanno dietro i conflitti: “la guerra è un atto di fede ai soldi, agli idoli, agli idoli dell’odio, all’idolo che ti porta ad uccidere il fratello, che porta ad uccidere l’amore. “Dietro una guerra sempre ci sono i peccati: c’è il peccato dell’idolatria, il peccato di sfruttare gli uomini nell’altare del potere, sacrificarli”. A termine della Messa uno dei feriti ha recitato la “Preghiera per l’Italia”, composta dal Beato Giovanni Paolo II e mons. Pelvi ha consegnato al Papa, in dono, un’opera di artigianato napoletano in terracotta raffigurante San Giuseppe lavoratore che mostra gli oggetti della passione al piccolo Gesù.
Nella Cappella della Casa Santa Marta, infatti, il Pontefice aveva celebrato la S. Messa con un gruppo di genitori di militari caduti e da alcuni militari feriti nelle missioni di pace. Circa 80 persone, guidate dall’Arcivescovo Vincenzo Pelvi che, al termine della celebrazione eucaristica, ha presentato personalmente al Santo Padre.
Commovente l’incontro con i genitori che hanno chiesto una preghiera per i loro figli e nello stesso tempo assicurato la loro preghiera per il Papa, e l’abbraccio ai feriti che resterà “impresso per sempre nella loro memoria”: come raccontano appena usciti da Santa Marta.
Davanti a loro, che stringevano oggetti ed immagini dei loro cari, il Pontefice ha lanciato un monito duro contro gli interessi economici che stanno dietro i conflitti: “la guerra è un atto di fede ai soldi, agli idoli, agli idoli dell’odio, all’idolo che ti porta ad uccidere il fratello, che porta ad uccidere l’amore. “Dietro una guerra sempre ci sono i peccati: c’è il peccato dell’idolatria, il peccato di sfruttare gli uomini nell’altare del potere, sacrificarli”. A termine della Messa uno dei feriti ha recitato la “Preghiera per l’Italia”, composta dal Beato Giovanni Paolo II e mons. Pelvi ha consegnato al Papa, in dono, un’opera di artigianato napoletano in terracotta raffigurante San Giuseppe lavoratore che mostra gli oggetti della passione al piccolo Gesù.
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