domenica 7 novembre 2021

AEROTONIA

 Da bambina, mi avranno chiesto almeno mille milioni di volte che cosa avrei fatto da grande e ricordo, che le mie risposte suonavano tanto imprecise quanto improbabili, anche perché cambiavo idea un giorno si e l'altro pure.

Ognuno è fatto a modo suo, é il bello di essere diversi!
E diversa era lei, Antonia Terzi, sin da bambina si mostrava ferma ed incrollabile sulla sua volontà, sapeva già molto bene quello che sarebbe diventato il suo mestiere e alla fatidica domanda, rispondeva con una precisione da cecchino: "Disegnare auto. Non modellini: Vere! E per la F1."
Tonia era nata cinquant'anni fa nella "motor valley" nazionale, a San Felice sul Panaro in provincia di Modena, laddove lungo le colline riecheggiano i rombi dei motori come una musica in filodiffusione ed arde il sacro fuoco della velocità.
Quella bambina tanto appassionata diventò Ingengnere in quel di Maranello e tra le poche donne ad imporre autorevolmente il proprio ruolo nel mondo prevalentemente maschile della F1, tanto da lavorare direttamente in pista accanto a Jean Todt e a Michael Schumacher, negli anni del cavallino più rampante che mai. 
Poi, il Patron della Williams, Sir Frank, la volle fortissimamente al suo regno affidandole la responsabilità del dipartimento aerodinamico del Team, dove la sua fantasia diede alla luce una monoposto a "muso di tricheco" esteticamente discutibile, ma con la logica costruttiva protesa alla prestazione. Un'innovazione aerodinamica a vantaggio del raffreddamento nella parte inferiore della vettura, grazie agli attacchi delle sospensioni ben sporgenti dalla scocca.
Dalla terra al cielo, in seguito passò ad occuparsi di ingegneria aerospaziale all'università del Deft in Olanda e collaborò alla progettazione di un mezzo su ruote in fibra di carbonio detto "Superbus", peculiare l'apertura della parti laterali ad "ali di gabbiano" e straordinaria la velocità di 250 chilometri orari.
Pochi giorni fa, uno schianto s'è portato via Aerotonia, così mi viene da soprannominarla affettuosamente.
Ha perso la vita in un incidente in un'autostrada del Regno Unito, poco prima di partire verso una nuova avventura in Australia, a Camberra l'attendeva una cattedra da docente universitario alla facoltà d'ingegneria, avrebbe potuto trasferire ad altri la sua esperienza, ma soprattutto e solo per chi l'avrebbe saputo cogliere, quel suo moto interiore proteso al controvento. 
Sarah RESSI





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