mercoledì 2 novembre 2016

INCONTRO RAVVICINATO CON UNA PROFUGA DELLA MONTELLO

Io credo che un buon giornalista non si debba accontentare delle interviste, e dei resoconti delle manifestazioni pro o contro la presenza degli extracomunitari nella Montello, ma debba invece puntare ai racconti del giorno dopo.Ovvio è un mio pallino fin dai tempi in cui scrivevo per la Notte il vecchio mitico quotidiano milanese del pomeriggio, allora ci si appostava aspettando anche ore la persona che si voleva intervistare o con la quale si voleva parlare, lo stesso sistema l'ho applicato oggi davanti alla caserma Montello di Milano dove da un paio di giorni sono alloggiati i profughi. Dopo aver pranzato con un amico, verso le 15.20 di oggi pomeriggio mi sono appostato nel vicino parco di via Tolentino con l'occhio attento alla caserma, volevo incontrare e parlare a quattrocchi con una profuga donna, cercare di capire da dove proviene e tutto il resto. Mi sono organizzato per stare li un po di tempo con tanto di pacchetto di patatine, ma non è servito a niente, nel senso che manco il tempo di sedersi ed ecco aprirsi il portone centrale della Montello e sgusciare fuori una bella ragazza giovane di colore, ovviamente immediatamente ho preso a camminare nella sua stessa direzione passando davanti ai due militari della folgore e alle due vigili donna che stanno di pattuglia lì davanti (e questa sarebbe la grande vigilanza promessa dal comune di Milano?). Vedo che la donna ben vestita e con un cappellino a coprire i capelli fa un cenno di saluto alle due vigilesse, cosi faccio anche io, mantenendo la giusta distanza. Pochi passi in via Caracciolo ed entrambi ci troviamo sul bus della linea 69, la prima cosa che noto è la spigliatezza con la quale la ragazza con le gambe fasciate da un paio di jeans attillati si dirige al bus, sintomo questo che  denota come la giovane non sia assolutamente nuova di Milano ne della zona, ovviamente si siede guardandosi bene dal timbrare il biglietto, io lascio passare alcuni secondi e salgo sedendomi vicino a lei... subito noto tre cose che mi lasciano basito: porta sul polso sinistro un orologio pregiato sicuramente in oro compreso il cinturino pesante, ed è fornita di un telefono ultima generazione con cuffie incorporate con il quale ascolta musica a tutto volume. Se non fosse uscita dalla caserma si potrebbe pensare che si tratta di una normalissima ragazza sui venticinque anni di colore come tante che se ne vedono in giro. La terza cosa che noto è la sua proprietà della lingua italiana risponde con un ciao al mio saluto ed alla mia domanda se fosse una delle nuove arrivate in caserma mi guarda un po attonita cercando di capire chi fossi e poi mi risponde con un "si" mentre addenta un uovo sodo. Pochi metri e la giovane scende alla seconda fermata della 69 in zona Monte Ceneri e senza alcuna esitazione corre a prendere la 91 in direzione Lotto... Non la seguo più per non dare nell'occhio ma mi viene in mente di correre a scrivere che ho conosciuto la prima profuga con un orologio d'oro al polso della mia oramai lunga vita... mai disperare.
Lorenzo Croce

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