domenica 6 novembre 2016

MONTELLO: CLANDESTINI ASSUNTI DAL RACKET ELEMOSINE

Solo un cieco (per cause di forza maggiore) o uno stupido patentato non si accorge che a Milano esiste un vero e proprio racket delle elemosine gestito molto probabilmente dalla malavita africana o meglio nigeriana. Basta girare agli angoli delle strade per accorgersi che in ogni angolo vi sono persone con il cappello in mano (prevalentemente giovani aitanti e ragazze in forza) che dopo avervi cordialmente salutati allungano il cappello chiedendo una moneta. Non ci crederete ma il primo visibile effetto dopo l'arrivo dei profughi alla Montello è stato quello di veder aumentare nella zona che va da piazza Firenze a Parco Sempione i ragazzi e le signorine con il cappello in mano. Ovviamente non crediamo possano essere quelli della Montello, sarebbe tutto spudoratamente facile, ma la loro presenza nel quartiere mimetizza meglio questo incremento di elemosinieri di colore che sia chiaro sono sotto il dominio della malavita, cosi come negli ultimi giorni sta mimetizzando il lavoro dei ladri che hanno rubato biciclette nei palazzi della zona o hanno tentato di aprire le saracinesche di un negozio in zona piazza Caneva per rubare. Chiaro che non sono i ragazzi della Montello a compiere furti, o a scassinare sarracinesche, questo lo capisce anche il peggiore degli stupidi, cosi come lo stesso stupido capirebbe che il gioco è fin troppo scoperto per essere credibile. Ma non è negando la verità che si risolve il problema.Gli stessi soloni che oggi rifiutano il racket e lo sfruttamento dei ragazzi di colore per raccogliere le elemosine agli angoli delle strade, sono gli stessi che negavano anni fà l'evidenza del racket delle elemosine dei rom che per giunta raccoglievano soldi con l'ausilio di cani e ringraziavano ogni giorno gli sciocchi che si stracciavano le vesti al solo sentire parlare di zingari sfruttati. Ora il sistema è lo stesso cambiano solo le vittime e coloro che negano lo sfruttamento e l'esistenza di questa gente altro non fà che essere loro complici. Certo che li accolgono con entusiasmo nelle feste e gli battono le pacche sulle spalle quando passano vicino agli spacciatori di colore del parco Sempione, per loro non esistono e quindi questi delinquenti di qualunque razza o colore siano sono ben felici di questi negazionisti da quattro soldi che altro non fanno che permettere di alimentare i loro sporchi traffici. Se il racket delle elemosine non esistesse, saremo tutti contenti, ma esiste, come esiste quello dei fiorai e la mafia cinese, e le zingare che ogni giorno nei money trasfert della zona di viale Certosa mandano i soldi raccolti con le elemosine al paese ai loro cari in Romania. Ora il rischio che questi giovani profughi (non tutti ovviamente) lasciati a bighellonare ed oziare per ore ed ore (la legge non consente di farli lavorare se non su base volontaria e quindi sono solo una piccola aliquota quelli impegnati) sono facile preda della criminalità e della prospettiva di fare soldi facili. Negarlo non serve a niente occorrebbe invece tutti insieme superare gli steccati ideologici e trovare la soluzione a questo problema che fa danno prima di tutto ai ragazzi che ne sono le prime vittime. 
Lorenzo Croce
lui salta e i suoi connazionali sono costretti ad elemosare

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