giovedì 1 marzo 2012

DENUNCIA GRAVE EMERGENZA SANITARIA NAZIONALE: A RISCHIO LA SALUTE UMANA E GLI INTERI ECOSTISTEMI VICINI AD IMPIANTI INDUSTRIALI FOTOVOLTAICI ED EOLICI.


Comitato Nazionale contro Fotovoltaico ed Eolico nelle Aree Verdi

Comunicato Stampa

Lunedì 27.02.2012

DENUNCIA GRAVE EMERGENZA SANITARIA NAZIONALE: A RISCHIO LA SALUTE UMANA E GLI INTERI ECOSTISTEMI VICINI AD IMPIANTI INDUSTRIALI FOTOVOLTAICI ED EOLICI.

Il Comitato Nazionale contro Fotovoltaico ed Eolico nelle Aree Verdi, a cui si sono aggiunti 20 associazioni e comitati oltre a persone interessate, ha inviato al Governo e in particolare al Ministro della Salute Renato Balduzzi e al Ministro dell’Ambiente Corrado Clini una lettera contenente una denuncia sulla grave emergenza sanitaria a cui sono soggetti i cittadini che vivono nelle immediate vicinanze di impianti fotovoltaici ed eolici industriali a terra.

In particolare riguardo agli impianti fotovoltaici industriali a terra sono stati evidenziati, tra gli altri, i seguenti effetti: inquinamento elettromagnetico generato dalle cabine di trasformazione, dai cavidotti e dagli elettrodotti posti nelle vicinanze delle abitazioni; pericolo di incendi; abbagliamento; rumore causato dalle cabine di trasformazione; possibile dispersione di sostanze nocive (ad esempio cadmio) contenute nei pannelli, per rottura degli stessi o a causa di fenomeni naturali; danni esistenziali e neuro-psicologici; inquinamento causato dai diserbanti irrorati a terra; variazioni microclimatiche nell'area circostante; peggioramento dello stato ambientale dei luoghi; danni agli ecosistemi; grave impatto visivo; ecc.
Riguardo all’inquinamento elettromagnetico l’Organizzazione Mondiale della Sanità e lo Statuto della Comunità Europea invitano ad applicare il principio di precauzione che afferma che “occorre usare con prudenza e cautela tutte quelle tecnologie che non risultano essere sicuramente innocue”. L’Istituto Superiore della Sanità già dal 1995 ha evidenziato la correlazione tra esposizione ed aumento del rischio di leucemia infantile. L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (AIRC) nel 2001 ha classificato i campi elettromagnetici come “possibilmente cancerogeni per l’uomo.” Altri ricercatori hanno constatato un drammatico incremento di patologie croniche e gravi, nonché il moltiplicarsi di ulteriori disturbi, come insonnia, vertigini, emicrania, impotenza, ecc, tutti riconducibili all’esposizione a fonti di campi elettromagnetici.
Il problema maggiore nasce per i cosiddetti “effetti a lungo termine”, derivanti da esposizioni prolungate anche a dosi di centinaia di volte inferiori a quelle stabilite per proteggersi dagli effetti immediati (per esempio un’abitazione situata vicino ad elettrodotti, cavidotti, cabine di trasformazione ecc.). Tali effetti possono essere rilevati solo da indagini epidemiologiche sulle popolazioni esposte per lunghi periodi. Per le basse frequenze, molte indagini hanno dimostrato che vi è certezza scientifica del rapporto causa-effetto di un aumento dell’incidenza di alcune gravi patologie, tra le quali la leucemia infantile , o il tumore alla mammella maschile.

Riguardo agli impianti eolici industriali sono stati evidenziati, tra gli altri, i seguenti effetti nocivi: inquinamento da rumore; esposizioni al rumore a bassa frequenza, sindrome da turbina eolica (un’autentica malattia di natura neurologica. La sintomatologia legata alla vicinanza delle pale è uniforme in tutti i paesi dove queste sono installate. I sintomi riscontrati sono di carattere “fisico”: cardiopalmo, tachicardia, tremore, vibrazione di organi interni, tinnitus, mal di testa, disturbi acustici, sensazione di avere le orecchie chiuse, vertigine ecc.; e distorsioni di funzioni cerebrali: insonnia, difficoltà di concentrazione e perdita di memoria.  “dott.ssa Nina Pierpont - USA” ), effetto stroboscopico delle pale eoliche, possibile rottura della pala eolica con conseguente lancio a grande distanza di detriti e parti meccaniche, rischio di incendio, danni agli ecosistemi, fortissimo impatto visivo, ecc.

Prima dell’emanazione delle linee guida nazionali molti impianti industriali rinnovabili sono stati approvati ed installati in modo selvaggio, spessissimo senza sopralluoghi da parte delle amministrazioni che hanno rilasciato le autorizzazioni e senza controlli degli enti preposti.

Nella maggior parte dei progetti presentati si parla genericamente ed infondatamente di assenza di impatto ambientale incidente su persone e sul territorio. In realtà ove si fosse preventivamente provveduto ad effettuare i dovuti sopralluoghi la maggior parte di essi risulterebbero illegittimi.
Per 20-30 anni coloro che risiedono nelle vicinanze di tali impianti dovranno subirne le conseguenze estremamente negative per la propria salute.
Un numero rilevante di questi impianti, spesso realizzati a solo scopo speculativo, sono stati installati a ridosso di abitazioni. Le fasce di rispetto, cioè le distanze minime dai singoli edifici, sono state decise in maniera del tutto arbitraria.

Sempre più emerge la necessità di una pianificazione, anche retroattiva, contro la totale aggressione devastante ai danni dei territori e dei suoi abitanti. Assistiamo ad una vera e propria devastazione dei paesaggi agrari e naturali, promossa da leggi nemiche dei cittadini e dei loro beni.

Il Comitato Nazionale contro Fotovoltaico ed Eolico nelle Aree Verdi (non contrario agli impianti sui tetti industriali, di edifici pubblici e privati di nuova costruzione), già in precedenti documenti ha evidenziato al Presidente del Consiglio Mario Monti e ai suoi Ministri come le attuali leggi non prevedano, ad esempio, una sufficiente distanza minima degli impianti dalle abitazioni, venendosi così a verificare assurde imposizioni e limitazioni all’altrui proprietà con evidente e grave pregiudizio, in danno di quanti siano costretti a subire gli effetti negativi della vicinanza di vasti impianti.

Chi ha costruito una casa in campagna lo ha fatto per vivere a contatto con la natura e non già per ritrovarsi nelle immediate vicinanze della sua proprietà aree industriali per la produzione di energia elettrica, avere come panorama staffe di ferro e pannelli di silicio grigio, oppure eco-mostri come le pale eoliche. Le persone che vi abitano si sono ritrovate improvvisamente a vivere in uno stato di panico e costante preoccupazione e subendo un innegabile danno patrimoniale: gli impianti eolici e quelli del fotovoltaico a terra producono l’arricchimento di pochi a discapito del territorio e della collettività.
E’ un diritto dei cittadini pretendere la tutela della loro salute e della qualità della loro vita.
Mancate o approssimative verifiche preventive dei progetti presentati e, conseguentemente, frettolose autorizzazioni concesse, costringono il cittadino a dover ricorrere ad azioni legali estremamente dispendiose e dall’esito incerto, stante la preoccupante giurisprudenza formatasi al riguardo.

Il rispetto dell’uomo, della salute e della propria casa sono diritti inviolabili. Siamo invece di fronte ad una violazione di diritti umani internazionali fondamentali allorquando i pubblici amministratori, nel desiderio di raggiungere gli obiettivi energetici (e miseri indennizzi per il bilancio dei loro Comuni), agiscono a detrimento della salute e della dignità delle famiglie.

Gli abitanti che vivono a ridosso di tali impianti CHIEDONO lo smantellamento degli impianti industriali fotovoltaici ed eolici situati in prossimità di case di civile abitazione, dovendo essere riconosciuto prevalente il diritto alla salute dei cittadini.

Chiedono che, per intervenuti motivi di pubblico interesse, di tutela dell’ambiente e della salute della collettività, le Pubbliche Amministrazioni revochino le autorizzazioni già rilasciate alla costruzione degli impianti, come è loro facoltà.

E in ogni caso chiedono che il Governo:

- conferisca ai Prefetti poteri d’emergenza al fine di poter essi autonomamente individuare tutte le irregolarità che hanno consentito l’installazione di impianti a ridosso di abitazioni;
- preveda l’emissione di ordinanze di smantellamento degli impianti irregolari;
- inasprisca le pene per “falsa descrizione del territorio” finalizzata ad ottenere l’autorizzazione del progetto;
 - renda obbligatori, di concerto con gli abitanti e/o proprietari, i sopralluoghi preordinati all’approvazione dei progetti al fine di verificare la corrispondenza della descrizione del territorio in progetto con lo stato effettivo dei luoghi;
- preveda l’assoluto divieto di integrare i progetti incompleti ed inidonei alla reale descrizione del territorio, con conseguente inefficacia degli stessi;
- elimini ogni dubbio circa la possibilità di qualsivoglia tipo di sanatoria;
- vengano applicate misure di diminuzione sull’impatto ambientale con la riduzione della superficie dell’impianto o allontanamento dello stesso dalle abitazioni;
- siano bonificati i siti alterati con il restauro-rinaturalizzazione dei luoghi secondo lo “status quo ante”;
- che le Sottostazioni elettriche per l’immissione di energia prodotta da impianti eolici e fotovoltaici sulla rete nazionale vengano allontanate da insediamenti abitativi;
- le Linee Guida Nazionali per le centrali eoliche e fotovoltaiche industriali siano pertanto essere riviste per includere aspetti quali i potenziali effetti sulla salute e la distanza idonea dalle abitazioni, al fine di garantire il diritto alla salute e alla salubrità ambientale atti ad eliminare ogni possibile forma di inquinamento acustico o elettromagnetico.

Al fine di tutelare i cittadini nel caso di installazioni già esistenti o future chiediamo che siano introdotte nelle linee guida nazionali fasce di rispetto e distanze minime, con valenza retroattiva laddove già realizzati, tra questi impianti fotovoltaici a terra e le abitazioni di almeno 500 mt.

L’Accademia Nazionale Francese di Medicina raccomanda la costruzione di turbine eoliche a un minimo di 1.5 Km dalle abitazioni; 2,5 km sono invece consigliati dagli esperti interpellati dalla provincia dell’Ontario (Canada) che ha condotto gli studi più avanzati in materia.
Risulta essenziale e doveroso fissare distanze minime effettivamente efficaci e non derogabili da strade e abitazioni, gli attuali 200 metri suggeriti dalle linee guida nazionali sono assolutamente insufficienti viste le grandi dimensioni dei moderni aerogeneratori. Un minimo criterio di prudenza imporrebbe una distanza minima di almeno 1,5 km.


il
Comitato Nazionale contro Fotovoltaico ed Eolico nelle Aree Verdi


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