SVENTATO COLPO DI STATO NEL 1993
sventato colpo di Stato in Italia nel 1993
Ne eravate a conoscenza? Io non ne avevo mai sentito parlare eppure non è certo una sciocchezza.
"il tentato golpe alla RAI di Saxa Rubra
di Gabriele ZAFFIRI
La vicenda nasce nel gennaio del 1994. Le rivelazioni di un mercenario
ad un giornalista editore, fanno scoprire un progetto di tentativo di
golpe poi naufragato, quello che le cronache chiameranno il tentato
golpe alla RAI di Saxa Rubra. Secondo quanto è emerso dalle indagini,
Giovanni Marra, ex pilota Ati, estremista di destra, aveva contattato il
"legionario" trentino Renzo Pampalon, ex legionario in Congo e titolare
di una scuola di sopravvivenza “Born to live” di Bolzano. Gli chiese se
poteva addestrare e mettere a disposizione un centinaio di uomini che
avrebbero dovuto attaccare con elicotteri sovietici M18 Taurus, bazooka e
kalashnikov il centro Rai di Saxa Rubra. Nel progetto era anche
previsto il bombardamento del Parlamento e l' uso di gas nervino per
contrastare qualsiasi reazione.
Per il tentato golpe finirono processati Marra e il suo amico Marcello Perfili, seguiti da:
* Ambrogio Tagliente, già coinvolto in Germania nell’attentato al deputato socialdemocratico La Fontane;
* Roberto Noè, ex appartenente al “Gruppo d’Azione”;
* Leonida Tasca,
* Vittorio Fenili, pilota Ati,
* Henry Levi;
* Marzia Setaccia, dipendente del SISDE e convivente del Fenili;
* e infine il generale in pensione dell' Aeronautica Romolo Mangani, nel
1980 comandante del Terzo reparto Roc di Martina Franca.
Il primo a raccontare tali fatti era stato Eugenio Pellegrini, piccolo
editore di Trento e militante dell’allora formazione politica "La Rete".
Il 4 agosto dell’anno precedente Pellegrini si era presentato alla
Procura di Trento con un esposto e due bobine. La sua fonte di
informazioni, aveva raccontato l' editore, era Renzo Pampalon, 43 anni,
ex legionario in Congo, titolare di una scuola di sopravvivenza chiamata
"Born to live". Una frase buttata lì a proposito di una bomba al
neutrone da lanciare sul Parlamento.
E Pellegrini era partito per Roma, aveva "affittato" un microfono
direzionale e aveva registrato un colloquio fra il suo amico e altri
personaggi. Fra loro c' era anche Marra.
L' esposto e le bobine finirono alla procura di Roma, e a novembre
scattarono i primi ordini di cattura: per Marra, per l' ex legionario di
Cuneo Roberto Noè , per l' impiegata del Sisde Marzia Petaccia e per il
di lei fidanzato Vittorio Fenili, anche lui pilota dell' Ati.
Ordinando il giudizio in aula per cospirazione, il giudice ha quindi
stabilito un alto tasso di credibilità al progetto. Almeno nelle sue
intenzioni. La prova sulla presenza delle armi per portarlo a termine
non è stata raggiunta e quindi è venuta a cadere l' accusa ancora più
grave di concorso in traffico d' armi. Restano i dubbi sulla reale
portata del progetto. Dalle registrazioni ambientali, si scopre che il
piano prevedeva prima l' occupazione del centro Rai, poi l' assalto a
Montecitorio, a Palazzo Chigi, quindi al Senato. Usando elicotteri MI 8
Taurus, missili balistici MBM, e bombe al neutrone dotate di mercurio
rosso. "Per buttare giù la gente e non i palazzi", come spiegavano i
cospiratori.
* versione ufficiale
Stando alla versione ufficiale dunque, il capo dei golpisti e' questo
Giovanni Marra. Calabrese da Melito di Porto Salvo, 34 anni, pilota
dell' Ati, ha la debolezza di voler apparire, soprattutto agli occhi
della sua nuova fiamma Marta Petrilli, un trafficante internazionale che
acquista e vende aerei e sommergibili nucleari come fossero caramelle.
Marra ha preso il brevetto a Fresno, negli Stati Uniti. Nella cittadina
californiana vanta amicizie che definisce importanti. Un giorno racconta
alla fanciulla che un suo amico di nome Kevin gli sta costruendo una
villa con piscina, valore un miliardo e mezzo. Un altro giorno mostra
alla sua donna la copia di un fax inviato a Kevin. E' un ordine di
acquisto di 50 aerei da guerra F16, valore alcuni milioni di dollari. E'
una balla, Kevin esiste davvero ma vende cucine, non jet militari. Agli
amici americani Marra si appella quando decide di organizzare il suo
personale colpo di Stato. Si rivolge a Fred Mazzei, titolare della
società aerea "Applied Aero", contatta un italo americano, Frank Lamby,
alias Lambatecchio. Parla anche con Robert Draper, che lavora presso la
"Advance Airborne Service instruments and electronics division", sede
principale Long Beach. Ma il nostro uomo non sa che quella e' una
societa' di copertura della Cia. Che immediatamente informa, siamo nella
primavera del ' 92, gli alleati italiani del Sismi delle strane
richieste del pilota dell' Ati. Nel settembre dello stesso anno Marra
vola a Fresno e chiede a Fred Mazzei di trovargli "una quarantina di
uomini con esperienze militari". La missione va a vuoto, ma il pilota
non demorde. Torna in Italia e si rivolge ad un suo amico, Luigi
Ginesti, mostrandosi interessato all' acquisto di un aereo a reazione
executive, un Lear Jet 35. Ginesti gli presenta Massimo Filipponi, un ex
meccanico dell' Alitalia che gli racconta di essere un ex legionario e
di avere un cugino che ha fatto parte di Gladio. Filipponi e' l' uomo
giusto, pensa Marra, e subito spiattella il suo piano di golpe. Un altro
amico, Franco Palmieri (all' oscuro di tutto, dira' poi Marra ai
giudici) gli presenta Ambrogio Tagliente, che ufficialmente si occupa di
import export e che quindi potrebbe aiutarlo a sdoganare qualche cassa
di armi. Tagliente racconta di aver fatto la guerra in Russia e tanto
basta al giovane golpista per scoprire le sue carte. "Mi disse" riferirà
ai magistrati lo stesso Tagliente, "che il piano prevedeva l' assalto a
Saxa Rubra e, in contemporanea, l' esplosione di ordigni micidiali, gas
al cianuro, a Montecitorio, Palazzo Madama e Palazzo Chigi. Aggiunse
che voleva piazzare l' esplosivo attraverso le fogne. Gli feci notare
che probabilmente le fogne sotto quei Palazzi erano schermate. Qualche
giorno dopo mi comunicò che avrebbe utilizzato "elicotteri
radiocomandati" per sganciare le bombe". Anche Tagliente si mostra
disponibile e fornisce al pilota i nomi di due amici, residenti a
Parigi, che avrebbero potuto aiutarlo. Marra vola nella capitale
francese e incontra all' hotel Meridien tal "Henry". Contatto inutile,
"per alti costi e incapacita' ", dirà il pilota. Più pratico si rivela
Filipponi, delegato al reclutamento dei mercenari. Come fare? Semplice:
Filipponi acquista una copia della rivista "Raids", tra gli
inserzionisti individua il nome e il numero di telefono di Roberto Noe' ,
un trentottenne che sbarca il lunario guidando il bus della scuola di
Demonte, paese in provincia di Cuneo, e vendendo reliquie militari per
gli appassionati. Racconta oggi Noé , scarcerato venti giorni fa: "Mi
telefonò e mi chiese di assoldare mercenari per un colpo di stato. Lo
mandai al diavolo. Mi richiamò più volte, alla fine mi propose un
incontro con il suo capo". E così si presentano a Demonte Filipponi,
Marra e l' immancabile fidanzata. Da buon golpista, tanto per non
passare inosservato, Marra arriva con un' auto targata California. Ma
Noé , sono parole di Marra, si mostra "molto scettico". Aggiunge l' ex
legionario: "Disse di essere nipote dell' ordinario militare Monsignor
Marra. Prima mi offrì 500 milioni, poi arrivò a tre miliardi. Per
togliermeli di torno, accettai di trovare l' uomo giusto". L' uomo
giusto questa volta si chiama Renzo Pampalon, precedenti penali per una
maxitruffa, coinvolto in un' inchiesta per traffico di armi, titolare di
una scuola di sopravvivenza, la "Born to live", nel Trentino. Pampalon
ha un passato di legionario in Congo e avrebbe partecipato al golpe
nelle isole Comore. Guarda caso, anche lui e' entusiasta del progetto,
piomba a Roma e si incontra con Marra, Filipponi e la solita fidanzata.
Il summit all' hotel Excelsior di via Veneto. Pampalon offre a Marra
mercenari pronti alla bisogna, assoldati in Croazia, Russia e Francia,
elicotteri da combattimento M18 Taurus e Mig russi. Gli elicotteri,
sostiene Pampalon, possono essere acquistati in Polonia e importati come
elicotteri civili. La contropartita economica e' micidiale: Pampalon
chiede "un miliardo per ogni uomo", da versare in conti correnti
svizzeri, la metà subito, il resto a golpe fatto. Il pilota tiene botta:
assicura che per i soldi non ci sono problemi, che dietro di lui c' e'
un "forte gruppo americano". Più tardi, davanti ai magistrati, Filipponi
farà un accenno alla famiglia mafiosa dei Gambino. E per questo verrà
denunciato per calunnia dallo stesso Marra. Pampalon non e' scemo,
quindi registra ogni frase pronunciata durante il summit. Il nastro sarà
poi consegnato al pm Silverio Piro. I servizi segreti seguono passo
passo la vicenda. Il Sismi porta avanti discrete indagini nel paese
nati' o del golpista, mentre il Sisde si mette alle calcagna della
strana coppia. E' un pastrocchio e Marra se ne accorge. La conferma gli
arriva da un altro pilota, Vincenzo Fenili. Anche lui disponibile all'
acquisto di armi: sostiene di avere contatti "in Russia e in Bosnia".
Fenili e' fidanzato con un' impiegata del Sisde, Marzia Petaccia.
"Guarda che i servizi stanno indagando su di te", rivela un giorno
Fenili a Marra. E lui che fa? Telefona al vecchio medico di famiglia a
Reggio Calabria, che gli consiglia di rivolgersi al colonnello Palazzo,
dell' Interpol. Detto e fatto, questo pericoloso golpista si precipita
dal colonnello e gli racconta tutto. Il bluff si sgonfia. Pampalon
chiede un anticipo di trecento milioni, alla fine capisce che quell'
eversore non ha una lira. Lo stesso fa Noè , che forse all' inizio aveva
sperato di spillare qualche milioncino a quel gruppetto di sprovveduti.
Fenili addirittura presenta a Marra un regolare contratto con tanto di
cauzione, che il pilota per ovvi motivi si rifiuta di firmare. E i
servizi segreti? Il Sismi si defila, il Sisde invece fa scoppiare il
caso. Scattano gli arresti e i titoloni sui giornali. Ma la puzza di
bruciato resta, in questa storia in cui tutti registrano tutto, quasi
tutti fanno il doppio gioco, qualcuno addirittura gioca su tre tavoli.
* Eventi cronologici riassuntivi
* 15 Gennaio 1993 viene arrestato il boss mafioso Totò Riina.
* 31 Gennaio 1993, Spadolini dichiara: "...Viviamo in un momento
pericoloso, non posso escludere neanche l'ipotesi di azioni
destabilizzanti e violente”
* 16 Aprile 1993, dimissioni di Giuliano Di Bernardo dalla carica di
Gran Maestro della massoneria del Grande Oriente d'Italia di Palazzo
Giustiniani. Si registra l’arresto di ben 55 componenti della banda
della Magliana tra cui Ernesto Diotallevi, Massimo Carminati (ritenuto
artefice del depistaggio nelle indagini sulla strage di Bologna), Enrico
Nicoletti, collegati a fatti di mafia, eversione nera e alla loggia P2.
* 18 Aprile 1993, Di Bernardo, ex gran maestro del GOI, annuncia la nascita di una nuova obbedienza massonica
* 14 Maggio 1993, alle 21,40 esplode in Via Fauro a Roma, una Fiat Uno
imbottita con 120 chili di una miscela esplosiva costituita da tritolo,
T4, pentrite e nitroglicerina. L'esplosione provoca 24 feriti. Anche in
questo caso ci sarà una rivendicazione della Falange Armata.
L'attentato, probabilmente contro Maurizio Costanzo, provoca 15 feriti
* 18 Maggio 1993, viene arrestato il boss mafioso Nitto Santapaola
* 27 Maggio 1993, alle 1,04 in via dei Georgofili a Firenze nei pressi
della galleria degli Uffizi esplode un Fiat Fiorino imbottito con 250
chili di una miscela composta da tritolo, T4, pentrite, nitroglicerina.
L'esplosione, che fa crollare la Torre dei Pulci, sede dell'Accademia
dei Georgofili, provoca 5 morti e 48 feriti, sarà rivendicata dalla
Falange Armata. Su vari organi di stampa viene ipotizzata la matrice
mafiosa dell'attentato con il coinvolgimento dei servizi segreti e di
logge massoniche
* 2 Giugno 1993, a Roma, a Via dei Sabini, a 100 metri da Palazzo Chigi
viene scoperta una bomba che viene rivendicata dalla Falange Armata
* 27 Luglio 1993, alle 23,14 esplode in Via Palestro a Milano davanti
alla Villa Reale, un'autobomba, danneggiando e distruggendo
completamente l'adiacente padiglione di arte contemporanea, cinque
persone vengono dilaniate dallo scoppio: tre pompieri, un vigile urbano e
un immigrato dal Marocco. La miscela esplosiva usata per l'attentato è
costituita da 100 chili di tritolo, T4, pentrite e nitroglicerina. Poco
dopo esplodono a Roma due ordigni, uno davanti alla Basilica di San
Giovanni in Laterano e l'altro davanti alla chiesa di San Giorgio al
Velabro. Anche in questo caso la miscela esplosiva usata è costituita da
2 cariche di 100 chili ciascuna di tritolo, T4, pentrite e
nitroglicerina. Nelle stesse ore viene registrato un black out
telefonico a Palazzo Chigi, che rimarrà isolato per alcune ore. Gli
episodi vengono messi in relazione agli attentati di Via dei Georgofili a
Firenze e di Via Fauro a Roma
* 27 Agosto 1993, secondo il settimanale Panorama, l'analisi consegnata
dalla DIA al Presidente del Consiglio, individua Cosa Nostra come
mandante degli attentati di Roma, Firenze e Milano
Ottobre 1993, la Procura di Trento apre un fascicolo processuale in cui
sono inseriti terroristi croati, terroristi fascisti italiani, e
avventurieri internazionali e due "insospettabili" romani che avrebbero
contattato gruppi di mercenari stranieri per dare l'assalto al centro
RAI di Saxa Rubra che doveva svolgersi nell'ambito di un progetto di
colpo di Stato. In una intercettazione agli atti dell'inchiesta uno
degli inquisiti dice: "...Lei avrà quel che le serve. I soldi non sono
un problema ma lei deve garantire il pieno controllo dell'obiettivo per
tutto il tempo che sarà necessario. Al resto pensiamo noi, i nostri
uomini prenderanno il controllo dei ministeri più importanti. Voi dovete
entrare nel centro RAI di Saxa Rubra e tenere sotto controllo ogni
struttura della emittente di Stato. Costi quel che costi..."
* 7 Ottobre 1993, viene individuato l'informatore del SISDE che ha fatto
scoprire la bomba sulla Freccia dell'Etna il 21 Settembre, è Rosario
Allocca, un pregiudicato napoletano, il quale asserisce "...è stato il
mio corrispondente del SISDE a inventare tutto, è stato lui a chiedermi
di fare in modo che sul treno 810 ci fosse una bomba da trovare...".
Allocca , difeso da Angelo Cerbone Di Gaetano ex consigliere del MSI,
avrebbe ricevuto l'incarico dal capozona del SISDE di Genova, cioè il
tenente colonnello dei carabinieri in forza al SISDE, Augusto Maria
Citanna che verrà in seguito incriminato
Donatella Di Rosa, fascista di Udine, in una conferenza stampa, afferma,
con il marito, tenente colonnello Michittu, di aver partecipato a
riunioni di alti ufficiali delle Forze Armate nelle quali si sarebbe
raccolto denaro per organizzare un colpo di stato e si sarebbero
pianificati abboccamenti con mafiosi e trafficanti internazionali di
armi, si sarebbe parlato di campi di addestramento militare, dell'arrivo
di kalashnikov smontati e nascosti in bombole di metano e di quattro
arsenali nascosti in luoghi diversi. Alle riunioni avrebbe partecipato,
oltre al capo di Stato Maggiore dell'esercito Goffredo Canino, al gen.
della Guardia Di Finanza Frea, al gen. Bellini e al gen. Petean, anche
Gianni Nardi, il neofascista che risulta morto in Spagna nel 1976 e che
secondo la Di Rosa sarebbe ancora vivo. La Di Rosa inoltre avrebbe
ricevuto 700 milioni dal gen. Franco Monticone, ex comandante della
Folgore e attualmente comandante della Forza di Intervento Rapido. Il
generale afferma di averle dato i soldi perché la Di Rosa gli aveva
promesso di fargli avere l'annullamento del suo matrimonio dalla Sacra
Rota, dice anche di essere stato l'amante della donna e che questa
avrebbe tentato di estorcergli altri 30 milioni minacciandolo di
rivelare segreti privati. La Di Rosa nega questa versione e afferma
invece che Monticone era uno dei partecipanti alle riunioni e che i
soldi li avrebbe avuti solo in consegna dal generale e avrebbero fatto
parte dei finanziamenti raccolti per il colpo di Stato.
* 11 Ottobre, Avvisi di garanzia nell'ambito delle indagini sugli
attentati terroristici di Firenze, Milano e Roma, grazie alle
rivelazioni del pentito Salvatore Annacondia della Sacra Corono Unita
contro i camorristi Francesco Cocozza, Vincenzo Rinaldi e Raffaele
Catapano
* 18 Ottobre, vengono cambiati i capi dei servizi segreti italiani:
Direttore del SISMI è il gen. Cesare Pucci, a comandare il SISDE è
chiamato il prefetto Domenico Salazar e al CESIS va il gen. Giuseppe
Tavormina. Viene approvata anche una epurazione di ufficiali dei servizi
tra i quali, dirà il ministro della Difesa Fabio Fabbri 300 uomini del
SISMI, tra i quali si annidano i 16 sospetti telefonisti della Falange
Armata, e l'intera settima divisione, quella da cui dipende Gladio. Più
che epurati in realtà verranno rispediti alle sedi di provenienza
* 1 Novembre , Viene ricercato nell'ambito delle indagini sul progetto
di assalto alla sede RAI di Saxa Rubra, Renzo Pampalon, che nel
frattempo è scomparso. Pampalon, ex legionario, è il padrone di una
scuola di sopravvivenza in Val di Lefro, in riva al Garda. Si tratta in
realtà di un vero e proprio campo paramilitare frequentato dai giovani
borghesi di Trento.
Il giudice Guido Salvini afferma che colui che avrebbe preparato e
probabilmente piazzato la bomba della strage di Piazza Fontana è Martino
Siciliano, aderente al gruppo veneto di Ordine Nuovo e che nel
frattempo sarebbe fuggito in Colombia.
* 25 Novembre, nell'ambito dell'inchiesta per il progetto di assalto
alla sede RAI di Saxa Rubra sono stati arrestati per cospirazione
politica mediante accordo Giovanni Marra, un pilota civile che avrebbe
dovuto procurare degli elicotteri sovietici M18 Taurus che avrebbero
dovuto sganciare sulla RAI gas nervino e bombe al neutrone, un'impiegata
del SISDE, Marzia Petaccia, invece è stata arrestata per
favoreggiamento. Sono stati arrestati anche Roberto Noe e Vittorio
Fenili. Nell'inchiesta sono anche finiti Eugenio Pellegrini, giornalista
ed editore, autore di libri denuncia, avrebbe presentato un esposto a
un Procuratore di Trento che denunciava il tentativo di colpo di stato e
uno degli organizzatori, Renzo Pampalon, ex legionario, sotto inchiesta
anche per traffico di armi a Siracusa, e per una truffa ai danni di
istituti di credito, fondatore della scuola di sopravvivenza "Born to
live ", che è stata distrutta a maggio da un incendio doloso.
* Sentenza
Per quello che le cronache hanno battezzato il tentato golpe alla Rai di
Saxa Rubra, il gip Stefania Di Tomassi, ha disposto il rinvio a
giudizio per "cospirazione mediante accordo" di tre dei nove imputati.
Si tratta di Lorenzo Pampalon, ex legionario e istruttore di una scuola
di sopravvivenza di Bolzano, Ambrogio Tagliente, già coinvolto in
Germania nell' attentato al deputato socialdemocratico La Fontaine e
Henry Levy. Per Vittorio Fenili, un passato vicino ad Avanguardia
nazionale, il giudice ha disposto il giudizio per favoreggiamento.
Condannato invece per cospirazione a 10 mesi di reclusione, risultato di
un patteggiamento, l' ex appartenente al "Gruppo d' azione" Roberto
Noè. Prosciolti infine dall' accusa di cospirazione, il generale dell'
Aeronautica Romolo Mangani, Leonida Tasca e la dipendente del Sisde,
Marzia Petaccia, convivente di Fenili. L' avvocato Michele Gentiloni,
legale di Giovanni Marra, ex pilota dell' Ati, considerato dal pm
Silverio Piro come la mente del tentato golpe, ha chiesto invece il
giudizio immediato. Giudizio che sarà poi celebrato a partire del 4
gennaio seguente. Sette giorni dopo sarà la volta dei tre imputati,
accusati di cospirazione. La decisione del Gip chiarisce, almeno in fase
preliminare, uno dei punti controversi di questo presunto e davvero
fantasioso tentativo di golpe. Stando alle intercettazioni ambientali e
telefoniche raccolte dagli investigatori, le intenzioni dei protagonisti
erano serissime. Ma quando il progetto fu sventato prima del nascere,
il principale imputato, Giovanni Marra, si difese sostenendo che si
trattava di un grande bluff, orchestrato, a suo dire, per "farsi bello"
davanti alla sua fidanzata. Ordinando il giudizio in aula per
cospirazione, il giudice ha quindi stabilito un alto tasso di
credibilità al progetto. Almeno nelle sue intenzioni.
* Conclusioni
Da riferire infine che in un’intervista fatta a Emanuele Macaluso da un
giornalista e mandata in onda dal Tg3 verso le ore 19,25 di mercoledì 30
giugno 2010, affermava tra le altre cose che tutta la vicenda in
questione risultava essere ancora oggi non del tutto chiarita.
Infatti, restano i dubbi sulla reale portata del progetto. Dalle
registrazioni ambientali, si scopre che il piano prevedeva prima l'
occupazione del centro Rai, poi l' assalto a Montecitorio, a Palazzo
Chigi, quindi al Senato. Usando elicotteri MI 8 Taurus, missili
balistici MBM, e bombe al neutrone dotate di mercurio rosso. "Per
buttare giù la gente e non i palazzi", come spiegavano i cospiratori.
Troppo, forse, per portare davvero a termine il progetto.
* FONTI
* “l’Espresso” del 18.11.1999
* Archivio ANSA
* “Corriere della Sera” del 1.3.1994, 3.3.1994
* “La Repubblica” del 22.3.1995, 14.11.1995"
Fonte dell'intero articolo: http://pizeroblog.splinder.com/post/...-stato-2-parte
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