venerdì 23 ottobre 2015

I CURDI A MILANO OSTAGGI DEL PKK?

una manifestazione curda pro pkk a milano

Iniziamo oggi il nostro viaggio nella Turchia moderna, partendo però da fuori, o meglio partendo da una delle questioni aperte in Turchia quella del rapporto tra il governo centrale ed i curdi. Lo facciamo analizzando la situazione dei fuoriusciti o degli emigrati curdi in Europa, e visto che siamo a Milano ci occupiamo proprio della popolazione di origine curda che vive e lavora nel capoluogo lombardo. Tutti voi ricorderete come nel settembre del 2014 proprio la procura della repubblica di Milano indagò 40 persone residenti a Milano ed in altre città italiane accusate di fare proselitismo a favore del PKK il partito comunista curdo che di fatto rappresenta una fetta minoritaria della popolazione e che da anni lotta con le armi per una non ben comprensibile indipendenza territoriale e della popolazione che però secondo questi signori potrebbe avvenire solamente sotto la dittatura comunista e proletaria (cosi si legge nei documenti ufficiali del PKK). In realtà la popolazione curda vive oramai quasi interamente integrata nella nazione turca e lo dimostra sia la presenza in parlamento di un partito che ha alle sue origini una vicinanza alla causa curda legalitaria sia il fatto che ci siano uomini e donne curde che operano e fanno vita anche politica anche negli altri partiti che siedono in parlamento.  Ma torniamo alla vicenda milanese, sono due le questioni che appaiono subito sospetti a chi si avvicina un attimo alla realtà curda della nostra città. Il primo quesito che vi si pone è relativo alla facilità con cui questi signori vengono accolti in Italia sia come semplici immigrati che come rifugiati politici a differenza di altri popoli che sono realmente sotto il rischio di guerra e di estinzione per i quali i controlli sono molto, ma molto più serrati sia a livello personale che di gestione delle comunità. Il secondo problema invece riguarda il finanziamento occulto, possiamo dire la tangente che questi signori, in particolare i commercianti pagano settimanalmente agli emissari locali del Pkk che operano anche senza troppo nascondersi dietro alcuni locali che si trovano prevalentemente nella zona di Porta Venezia a Milano, il sistema è molto semplice, non solo si deve una piccola tangente settimanale che si aggira attorno ai 40 euro,ma ci sono anche altri sistemi che sono stati ben messi in pratica in passato anche dalle nostre mafie, vale a dire l'obbligo di acquisto di prodotti per i kebab solo da alcuni commercianti all'ingrosso che magari a loro volta finanziano questi signori. Servono controlli? Assolutamente si, in quanto questi signori oltre a vessare i loro concittadini che spaventati tacciono, con i proventi di queste microtangenti vanno a finanziare la guerriglia ed in traffico internazionale di armi che si sa in Italia è da sempre molto ma molto fiorente. 
elleci

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