scritto da GIOVANNI BATTISTA DE BLASIS
IN ITALIA ARRIVANO LE CARCERI PRIVATE
Come è ormai noto a tutti l’art. 43 del Decreto Legge sulle privatizzazioni (Leggi notizia sul project financing delle carceri) ha introdotto il project financing per la realizzazione delle infrastrutture carcerarie.
A norma di tale articolo è prevista una concessione ai privati, per una durata non superiore a venti anni, della gestione dell’infrastruttura (carcere) e dei servizi ad essa connessi, con esclusione della custodia.
In altre parole, ad eccezione della Polizia Penitenziaria, verrebbero privatizzate tutte le figure professionali che operano nei penitenziari a partire dal direttore dell’istituto.
In effetti, a rifletterci bene, l’ipotesi della privatizzazione delle carceri, che una volta ci faceva tanta paura, se interpretata in un certo modo ed applicata correttamente, non è affatto una cattiva idea.
In buona sostanza si tratterebbe di far costruire un nuovo carcere ad una società privata che, una volta completata l’opera, assumerebbe anche la gestione della struttura sotto ogni aspetto (direzione, amministrazione, vitto, sopravvitto, rieducazione, istruzione, socialità, ecc. ecc.) ad eccezione dell’ordine e della sicurezza che rimarrebbe funzione esclusiva della Polizia Penitenziaria organizzata autonomamente e senza alcun rapporto gerarchico e funzionale con il direttore dell’istituto.
Peraltro, questo tipo di gestione, se applicata a tutti gli istituti penitenziari, potrebbe comportare la possibilità di sopprimere tutti i provveditorati regionali e il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria per come sono attualmente concepiti.
In alternativa, il DAP potrebbe essere trasformato in Dipartimento Sicurezza Penitenziaria rimanendovi in forza soltanto il Corpo.
Oppure, sicuramente ancor meglio, la Polizia Penitenziaria potrebbe passare alle dipendenze del Ministero dell’Interno diventando una specialità della Polizia di Stato, alla stregua della polizia stradale o della polizia ferroviaria, peraltro, in tal modo, si risolverebbe anche la diatriba sulla custodia preventiva nelle camere di sicurezza delle quali ci andremmo ad occupare noi; come potremmo anche occuparci dei CIO per gli immigrati clandestini.
Francamente sono convinto che una riforma del genere dell’esecuzione penale non potrebbe che portare benefici per tutti, a partire dalle condizioni di vita dei detenuti e fino alle condizioni di lavoro di tutti gli operatori, privati o pubblici che siano.
Per altro verso, non mi sembra in alcun modo condivisibile l’allarmismo di chi intravede rischi di illegalità o di illegittimità costituzionale nella privatizzazione delle carceri o, almeno, in questo tipo di privatizzazione.
Infatti, a mio avviso, mantenendo il Corpo della Polizia Penitenziaria la responsabilità dell’ordine e della sicurezza degli istituti di pena e ferma restando la competenza della Magistratura di Sorveglianza sul controllo della corretta esecuzione delle condanne, lo Stato, pur con l’ausilio dei privati, continuerebbe comunque ad esercitare la propria funzione costituzionale sulla esecuzione della pena.
E pur tuttavia, lo stesso Stato risparmierebbe miliardi di euro l’anno con la soppressione del DAP e di tutte le sue appendici.
Ne vogliamo almeno parlare ?
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