domenica 22 aprile 2012

ESCLUSIVO: I SADOMASOCHISTI SI DIFENDONO: NON SIAMO DEI DEPRAVATI


Noi non  siamo depravati



Una notizia di cronaca assurda che ha portato alla luce un mondo ai più sconosciuto, ma che deve essere sorprendentemente più vasto di quanto una persona ignara potrebbe immaginare, quello del Bdsm, overro la comunità di quanti si dedicano ai giochini erotici sado masochistici.
La notizia che ha acceso i riflettori su questa singolare abitudine di trascorrere il tempo libero è la morte di una ragazza di soli 23 anni, avvenuta come tragico epilogo di un gioco erotico giapponese, che in qualche modo ricorda quella dell'attore americano David Carradine, famoso per aver partecipato a molti film aventi per soggetto l'uso di arti marziali orientali, come Kill Bill.
Ed un gioco di origine giapponese è stato all'origine della morte della 23 enne studentessa leccese, oltre ad aver mandato all'ospedale la sua compagna di giochi, una 24 enne impiegata romana, e diretto dall'ingegnere 42 enne Soter Mulè, definito un "esperto" di bondage (sic!).

Naturalmente ognuno è libero di vivere la propria sessualità come meglio gli aggrada, ma quando si arriva a causare la morte di una persona per soddisfare i propri desideri non si può non porsi delle domande sulle persone che praticano, pare con grande convinzione, questi singolari esercizi.


Il dibattito è naturalmente subito divampato nell'agorà moderna, internet, dando vita a scontri anche duri tra quanti condannano senza se e senza ma i cultori del Bdsm, ma quello che a me più sembra interessante è il rilevare come ci sia una parte non piccola di italiani che in questi momenti così difficili pare proprio non abbiano altro interesse e preoccupazione che quella di ricercare il proprio piacere.
Del resto appare subito chiaro dall'articolo pubblicato oggi dal Corriere della Sera, che gli appartenenti a questa sorta di confraternita appartengono per lo più a quella classe di redditi medio alti che ha la fortuna di non risentire granché della crisi economica, ma che magari hanno pure protestato contro il prelievo di solidarietà che era stato proposto dal ministro Tremonti.

Una comunità di impiegati, magari dirigenti, e professionisti che difende con forza la "normalità" delle proprie scelte di vita, di fronte all'incomprensione di un mondo non ancora pronto ad accettarle pienamente come pratiche sessuali usuali. In fondo non è stato così anche per l'accettazione degli omossessuali?


Quello che è sicuro è che il concetto di "normalità" si è ormai fatto piuttosto confuso e relativo, con la conseguenza che ogni cosa che qualcuno ritiene essere per lui "normale" debba esserlo considerato come universalmente accettato, tanto che qualcuno disse che presto sarà considerato normale, per esempio, unirsi in matrimonio col proprio cane.

La cosa peggiore è lo sfruttamento commerciale di questo tipo di pulsioni, che tende ad offrire al mercato prodotti sempre più al limite e violenti, per combattere l'assuefazione allo spettacolo offerto. Basta solo confrontare i fil pornografici degli anni 80' con quelli dei nostri giorni per verificare quanto siano più violenti e umilianti, soprattutto verso le donne che ne sono protagoniste.

I giochini praticati dai seguaci del Bdsm saranno pure fatti tra adulti consenzienti e disposti a correre dei rischi, ma intanto questa volta c'è scappato il morto. Un morto per il quale qualcuno dovrà pur pagare dazio, anche se non è un depravato.
Per la verità non ci sono più depravati, come non ci sono più barbari, in questo mondo di civilizzati e politicamente corretti tutti sono dei gentiluomini e delle gentildonne degne di fede e rispetto (tranne il nano scopone).Noi non  siamo depravati

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