IL PARCO NATURALE ILLUMINATO di ENRICO NANNINI
A questo mondo è naturale che un parco naturale sia illuminato. E’ per esigenze naturali. Gli scoiattoli, le lepri selvatiche, le cinciallegre e quant’altro quando è buio non saprebbero che fare e quindi per rispondere alle loro naturali esigenze gli impiantiamo non altri alberi ma dei bei piloni illuminanti così la notte sai che bisbocce!
Mi scuso per l’iniziale scherzo ma ogni tanto ci vuole per sdrammatizzare. Il tema o meglio il parco di cui vorrei parlare è quello di Rimigliano sempre più indirizzato a diventare, secondo me, un giardino comunale per andarci a correre o giù di lì. Non che ci sia niente di male nel fare footing od andare in bicicletta, anzi! Il problema è che invece di creare aree nuove ho l’impressione che si voglia semplicemente urbanizzare un parco naturale quale è quello di Rimigliano. Come posso classificare altrimenti il prevedere un impianto di illuminazione di 140 lampioni alti 5 metri ai bordi della Via della Principessa che delimita l’area boschiva naturalistica? Consideriamo che la fascia verde non è poi così profonda per cui un po’ di bagliore è probabile che arrivi sin sulla spiaggia, cosa che può essere piacevole ma certo non utile ad un equilibrio naturale. E Rimigliano è diventata famosa e piace innanzitutto perché era incontaminata e resa un po’ più civile con interventi davvero minimi. Questo dell’illuminazione non lo si può considerare tale.
C’è poi la questione del prospettato parcheggio a pagamento su Via della Principessa. La strada oltre che essere andata a peggiorare a causa del suo restringimento diventerà così anche a pagamento per chi ne volesse usufruire come parcheggio. E qui qualche riflessione mi viene circa la visione sociale nel suo complesso. L’andazzo generale è che se vuoi andare al mare devi pagare. Se non hai i soldi stai a casa. Oppure come avverrà sulla Principessa, rischi. Infatti il lato mare sarà a pagamento, il lato monte no. Quindi devi avere il coraggio di attraversare la strada che d’Estate è diventato più che mai (vista la nascita della corsia ciclabile nel posto sbagliato, secondo me) un budello da cui è già tanto se due macchine riescono a non toccarsi, figuriamoci se c’è un pedone in mezzo.
Ma l’altra misura, secondo me discutibile, è che gli abitanti di San Vincenzo non pagheranno. 2 le conseguenze indirette: chi ha soldi a sfare non è che pagherà ma beneficerà di questa esenzione, chi viene da fuori comune e a pochi soldi pagherà ( “un fiorino” come direbbe Benigni). Qual è la visione sociale e la visione di collaborazione intercomunale in tutto questo, secondo voi?
Mi viene a mente un altro episodio, questa volta nel Comune di Piombino.
La questione riguarda un lungomare con una vista mozzafiato (Viale Amendola).
E’ in atto una costruzione edilizia proprio sul bordo mare, concetto secondo me sbagliato, per farci un’attività di affittacamere con bar, ristorante, piscina, palestra.
Qualcuno in questi giorni ha fatto presente che forse c’è un annesso che non è previsto dal progetto e la notizia appare sulla stampa.
Un assessore, quindi una figura istituzionale, dichiara: “credo si debba aspettare e vedere l’effetto finale” (riferendosi al complesso della nuova attività). “Il controllo sui lavori è costante”. Difficile che lo sia visto che il personale vigilante è esiguo. Tant’è che due giorni dopo è stato accertato che quei cittadini che avevano fatto la segnalazione avevano ragione, quindi il controllo sui lavori non era stato costante (com’è normale che sia) e, secondo me, la figura istituzionale dovrebbe quanto meno chiedere scusa ai cittadini e all’imprenditore che non fa altro che seguire il suo interesse e che in questo caso sembrerebbe quasi godesse di una protezione inopportuna.
A questo proposito vi chiedo se per caso avete la sua mail perché non sono ancora riuscito a trovarla e vorrei poter interloquire direttamente anche con lui poiché farlo per interposta persona non mi piace farlo. Preferisco dirle direttamente e magari avere qualche informazione in più che può essere utile.
Comunque, tornando alle scelte ed ai comportamenti sopra menzionati delle nostre amministrazioni comunali io mi auspico che venga qualche direttiva chiara in più da parte della Regione e del Governo in merito alla salvaguardia delle coste ed al suo pur legittimo utilizzo turistico. Semplificando: tutto si può fare, secondo me, ma non sulla costa direttamente perché quello è il pane che dà da mangiare.
Enrico NANNINI (Comitato 2.000 firme)P.S. sempre su via Amendola vorrei capire se l’abuso scoperto è quello apparso sulla foto del giornale perché in realtà secondo me quello è stato il primo edificio ad essere costruito come si vede nella foto che allego scattata a Luglio dello scorso anno
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