giovedì 5 aprile 2012

SI FERMI UNA VOLTA PER TUTTE L’INCENTIVAZIONE ALLA GREEN ECONOMY CHE DISTRUGGE I TERRITORI.



Comunicato Stampa: SI FERMI UNA VOLTA PER TUTTE L’INCENTIVAZIONE ALLA GREEN ECONOMY CHE DISTRUGGE I TERRITORI.


COMUNICATO STAMPA del 5 aprile 2012
SI FERMI UNA VOLTA PER TUTTE L’INCENTIVAZIONE ALLA GREEN ECONOMY CHE DISTRUGGE I TERRITORI.
Vogliamo energia veramente “pulita”: quella prodotta dai pannelli ubicati sui tetti degli edifici e quella che si risparmia!
Opportuno anche un taglio retroattivo agli incentivi concessi
agli impianti ubicati in aree naturali o agricole.
Invitiamo il governo ad andare avanti senza indugi e tentennamenti sulla strada di una severa riforma degli incentivi alle energie rinnovabili, riteniamo, però, che sia molto importante che l’Esecutivo non si faccia guidare esclusivamente dalle pur doverose considerazioni di salvaguardia dell’economia e della finanza pubblica: altrettanto fondamentali sono le ragioni di sostenibilità ambientale e paesaggistica.
È quindi opportuno proseguire incisivamente sulla strada virtuosa del TAGLIO TOTALE degli incentivi pubblici agli impianti di energie rinnovabile ubicati al di fuori dei tetti degli edifici e delle aree industriali. Impianti che ledono l’integrità delle aree naturali, rurali o eufemisticamente dette “abbandonate – marginali – in attesa” ma sempre recuperabili (o già recuperate) alla natura e all’agricoltura. Il danno è purtroppo palese e sotto gli occhi di tutti: la salvaguardia dell’economia più vera (quella del settore primario, delle produzioni agro-silvo-pastorali e del settore culturale-turistico) del nostro Paese, il Belpaese per antonomasia, e della finanza pubblica, mai come in questo caso si intrecciano alla salvaguardia di ambiente, paesaggio e salute dei cittadini, le cui vite nelle aree rurali vengono oppresse e distrutte dai grandi impianti industriali selvaggi di eolico e fotovoltaico.
L’opportunità rappresenta dalle rinnovabili è andata largamente sprecata e ha lasciato dietro di se una gigantesca bolla finanziaria e una distesa di rovine paesaggistiche che deturperanno l’Italia per decenni se non secoli. Questa furia devastatrice che passa sotto il nome di “Green Economy” deve essere fermata, deve essere fermato l’assurdo consumo di territorio, di natura, di paesaggi. Lo stato non può incentivare la distruzione paesaggistica e disattendere gli articoli 9 e 32 della nostra Costituzione.
È giunto il momento di invertire completamente la rotta: bisogna dare massima priorità al risparmio, all’efficienza energetica e all’autoproduzione di energia rinnovabile con tecnologie non invasive quali, ad esempio, i pannelli solari e fotovoltaici ubicati sui tetti che almeno sfruttano in positivo il dramma della cementificazione selvaggia del paese, anch’essa da arrestare, utilizzando queste superfici estesissime e biologicamente morte che hanno consumato troppo suolo e troppa natura.
Ci vuole un nuovo Piano Energetico Nazionale unito ad un Piano Paesaggistico Ambientale Nazionale. Chiediamo al Governo, ai legislatori, a tutte le persone oneste e di buona volontà di realizzare i seguenti punti.
1) Risparmio ed efficienza energetica. Ogni sforzo e priorità deve essere dato agli interventi che possano ridurre i consumi energetici e ad aumentare l’efficienza energetica delle abitazioni, delle aziende e dei trasporti, partendo da una massima attenzione all’illuminotecnica che non sacrifichi però le esigenze di comfort ergonomico e piacevolezza, come si rischia di fare quando i processi virtuosi sono corrotti da interessi speculativi e non guidati invece da virtù amministrativa.
2) Eolico. Il legislatore riconosca quello che è evidente a tutti: per l’eolico industriale volto alla vendita dell’energia prodotta, ma non solo, non sono possibili interventi di mitigazione degli impatti paesaggistici. Inoltre le tecnologie ad oggi adoperate oltre allo sgradevolissimo impatto paesaggistico vedono le turbine rotanti velocemente divenire delle spietate macchine falcidia uccelli, purtroppo sia nell’implementazione mastodontica quanto in quella media e mini degli aerogeneratori eolici. Da qui anche il recente slogan lanciato da innumerevoli associazioni ambientaliste italiane “Il vento senza vita” per chiedere di fermare il proliferare di questi aerogeneratori nel nostro paese e nel nostro mare, attraversato da importanti rotte migratorie per l’avifauna ed abitato da innumerevoli protette specie di uccelli marini!
Suggeriamo che siano assunti in maniera retroattiva interventi di smantellamento con bonifica totale dei luoghi e ripristino dello “status qua ante”, a partire con urgenza da quelle situazioni in cui gli impianti hanno leso il diritto dei cittadini di godere in piena salubrità della propria casa, nei luoghi in cui vivevano prima delle istallazioni. Opportuno pertanto per tutelare la salute di queste persone iniziare lo smantellamento di tutti gli aerogeneratori ubicati ad una distanza inferiore a 15 volte l’altezza totale dell’aerogeneratore misurato nella sua punta massima raggiunta in esercizio. Inoltre deve essere vietata rigorosamente l’installazione di nuovi impianti nei comuni che hanno una potenza rinnovabile (complessiva di ogni fonte, fotovoltaica, ecc.) installata che supera il fabbisogno elettrico comunale.
Riteniamo che non sia dovuta incentivazione alcuna da parte dello Stato al settore eolico industriale.
3) Fotovoltaico. Sia esclusivamente incentivato il fotovoltaico da installarsi sulle coperture di edifici recenti per impianti destinati al soddisfacimento dei consumi familiari o aziendali.
Siano severamente vietate le tipologie di impianto che sono per lo più servite a realizzare impianti puramente speculativi ed ingannevoli in termini, ci riferiamo alle cosiddette “serre fotovoltaiche” che sono spessissimo dei trucchi per accedere ai lauti incentivi. Una serra per produrre prodotti agricoli deve captare l’energia solare per la crescita delle piante, schermarla con pannelli in testa rivela la trovata ingannevole delle serre fotovoltaiche per bypassare i saggi doverosi divieti di ubicazione dei pannelli al suolo e continuare a spillare incentivi allo stato, alle casse delle aziende del made in Italy (che stanno non a caso licenziando) e alle tasche delle famiglie alle prese con iper-bollette elettriche maggiorate dalla speculazione falso-green.
Siamo certi che il legislatore non cadrà mai nel tranello di incentivare soluzioni fantasiose quali l’agrovoltaico o il fotovoltaico galleggiante, follie potenzialmente devastanti, anti-ecologiche, ed ammazza-agricoltura.
Esortiamo Il Governo ed il legislatore a tutelare quel bene primario non rinnovabile che sono i terreni agricoli e le zone naturali incluse le aree lacustri, costiere e marine, ne consegue che è necessario precludere questi territori agli impianti fotovoltaici industriali a terra, includendo in tale divieto anche le aree agricole ricadenti nel demanio militare, alla luce alcune preoccupanti eccezioni legislative contenute nel recente decreto liberalizzazioni che ancora riconoscono incentivi alla profanazione fotovoltaica di queste aree che spesso sono miracolosamente non colpite dalla speculazione edilizia, sarebbe un vero peccato darle in pasto a quella fotovoltaica! L’ottima misura che ha eliminato gli incentivi per il fotovoltaico sui terreni agricoli deve necessariamente essere integrata da una permanente interdizione di questi territori agli impianti fotovoltaici, siano essi incentivati o meno.
Idem a quanto chiesto per l’eolico anche in questo caso è necessario, di concetto con le procure, procedere allo smantellamento con ripristino-restauro dello status naturale, di tutti quegli impianti fotovoltaici realizzati in aree naturali e rurali, a partire dai tantissimi posti già, per innumerevoli e varie irregolarità, sotto sequestro nel paese, ed il cui numero aumenta al proseguire dei controlli delle forze dell’ordine.
4) Solare. Ridurre tutta l’energia solare al solo fotovoltaico, o meglio all’incentivazione della vendita di pannelli prodotti all’estero è miope. Bisogna dare un grande impulso al solare termico per usi civili. Bisogna investire in ricerca.
5) Clima. Opportuno, a favore della difesa del clima e della salubrità dell’aria, spostare il baricentro dalla mera produzione di energia all’opera di rimboschimento del paese, come previsto anche del Protocollo di Kyoto, creando un piano di riforestazione, area per area con l’uso di piante naturali da ceppi autoctoni, utile all’assorbimento di CO2, ma anche allo sviluppo di economie silvicole biologiche, contro il dissesto idrogeologico, a favore di paesaggio, del microclima e della biodiversità; alberi e arbusti utili a rigenerare le condizioni di vivibilità ed habitat per la fauna selvatica. Una riforestazione che interessi anche le zone a ridosso delle città, alle quali sono state irrispettosamente sottratte zone verdi per far spazio a colate di cemento.
6) Tagli. Sebbene vi si adduca a freno lo spettro dell’incostituzionalità della retroattività nel taglio degli incentivi per gli impianti già istallati di eolico e fotovoltaico nelle aree naturali e rurali, riteniamo opportuno che il Governo si impegni nel varo di un decreto che smascheri il carattere speculativo di queste istallazioni. Carattere fondato su una dichiarazione di “pubblica utilità” assolutamente falsa e tendenziosa di cui tali impianti si son fregiati al fine di distruggere il Belpaese e svuotare le casse dello Stato; un orpello pesante e falso quello della “pubblica utilità” che deve essere cancellato anche retroattivamente, cancellando i presupposti di diritti acquisti dalle ditte che si so definite “green”, e la cui realizzazione comporta un aggravio dei costi delle bollette elettriche inaudito ed immorale, insostenibile per il nostro Stato nei prossimi mesi e anni e per tutti i cittadini e legato solo e soltanto alla bolla speculativa della Green Economy Industriale.
In questi mesi ed anni di crisi intervenire in tal senso è un dovere tanto costituzionale, quanto morale, e siamo certi che il Governo non si tirerà indietro a tutela anche del nostro Paese, l’Italia, il BelPaese per antonomasia, la cui bellezza storico-naturale e cultura è la forza del Made in Italy nel mondo!
Il Comitato Nazionale contro Fotovoltaico ed Eolico nelle Aree Verdi

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